Cattivi odori da Eni, Arpa Puglia: riscontrati picchi di concentrazione di alcuni inquinanti
TARANTO – “Le segnalazioni dei cittadini di Taranto, pervenute sia in data 18 che 19 luglio, che denunciavano molestie olfattive accompagnate, in taluni casi, da sintomatologie irritative a carico delle prime vie respiratorie, sono corrisposte ad un transitorio di impianto verificatosi nella Raffineria Eni di Taranto, che ENI stessa ha associato ad emissioni odorigene. Nel periodo delle segnalazioni, le centraline di monitoraggio della qualità dell’aria poste al perimetro della Raffineria, ed in particolare quelle poste sotto vento rispetto agli impianti della Raffineria, hanno evidenziato incrementi delle concentrazioni di alcuni inquinanti (Idrogeno solforato, benzene, DMS) di tipo odorigeno o associati al ciclo produttivo“.
E’ quanto InchiostroVerde ha avuto modo di leggere nella relazione tecnica prodotta da ARPA Puglia sugli eventi odorigeni verificatisi a Taranto nei giorni dal 17 al 19 luglio e trasmessa alle Autorità Competenti.
“Anche nel giorno successivo (19 luglio) – spiegano il dottor Roberto Giua, direttore del Centro Regionale Aria, e la dott.ssa Maria Spartera, direttore Dap Arpa Puglia Taranto – l’evento odorigeno persisteva, anzi le concentrazioni di alcuni inquinanti mostravano picchi anche più alti. Tali fenomeni apparivano connessi con il processo di riavvio di alcuni impianti della Raffineria, quali il CLAUS e l’impianto di idrogenazione catalitica”.
Da quanto accertato, Arpa Puglia desume che “le molestie olfattive segnalate dai cittadini a partire dal 17 luglio 2018 sono state generate dalle procedure di riavvio degli impianti e dal transitorio verificatosi all’interno della Raffineria Eni di Taranto“.
Viene precisato, in conclusione, che “Arpa Puglia ha già effettuato, in passato, su tali fenomeni numerosi approfondimenti ed indagini, le cui risultanze sono state sempre formalmente trasmesse alle autorità competenti”.
Di seguito uno stralcio della Relazione_Tecnica arpa su eni: