Dal Convegno tenuto oggi a Taranto emerge la grave situazione degli esposti e vittime dell’amianto tra marinai e personale civile della Marina Militare, un dibattito per riportare all’attenzione una tragedia a lungo nascosta e che Contramianto con una ultra decennale attività di analisi di atti,documenti e storie personali ha ricostruito cercando la verità per gli oltre trecento casi di patologie asbesto-correlate censiti in Archivio Contramianto per la base della Marina Militare di Taranto. Uno spaccato di quello che è stata la vicenda legata alla Marina Militare a livello nazionale.
L’amianto ha colpito chi ha lavorato sulle navi e negli Arsenali, ma anche negli stabilimenti militari dove l’amianto era usato e distribuito. Il confronto dell’odierno Convegno su quanto accaduto nelle attività legate all’amianto è occasione per fornire l’aggiornamento su quelle che sono state le conseguenze di questo pericoloso cancerogeno.
Come in atti Contramianto dati ufficiali sulla presenza di amianto a bordo riportano che sono state individuate 437 unità del naviglio Marina Militare contenenti amianto, 382 Navi – 29 Rimorchiatori – 26 Sommergibli, naviglio costruito nel Cantieri Italiani ma anche ex USA.
Navi imbottite con amianto per la protezione dal calore, per l’insonorizzazione e l’isolamento, tele, fibre e imbottiture di amianto usate su tubature, per guarnizioni, cavi elettrici, condotte di scarico, motori e pannelli. L’amianto è servito per tutto e l’uso in Marina Militare a bordo e in officina è stato massiccio.
Esposti all’amianto sono state le più disparate categorie di lavoratori e lavoratrici: motoristi, elettricisti, elettromeccanici, aggiustatori, congegnatori, saldatori, ma più in generale tutti coloro che si sono occupati di manutenzione navale, ma anche materassai e velai, come le due operaie del Reparto Vele e Bandiere dell’Arsenale di Taranto morte di mesotelioma, cancro certamente dovuto all’amianto.
Nelle attività di bonifica amianto svolte dal solo Arsenale di Taranto su navi e sommergibili della base e nei reparti dello stabilimento sono state rimosse oltre mille tonnellate di amianto. La prima bonifica amianto di Nave Vittorio Veneto nel 1990 portò alla rimozione di 60 tonnellate di asbesto , una bomba ecologica ancora attraccata sulla banchina di Mar Piccolo.
L’amianto è un cancerogeno certo e i suoi effetti sulla salute degli operai e dei marinai sono evidenti. Le conseguenze drammatiche con migliaia di patologie asbesto-correlate tra il personale diretto del Ministero Difesa , Marinai e Dipendenti , e dell’indotto di cantieristica navale.
Eppure dell’amianto si sapeva all’Arsenale di Taranto dal 1964 , il successivo Studio voluto dai vertici della Marina militare nel 1970 con la Medicina del Lavoro dell’università di Bari confermò che l’amianto provocava malattie sia tra gli operai che maneggiavano direttamente amianto ma anche tra coloro che ne erano esposti indirettamente.
Gli esiti non furono resi noti anzi se ne impedì espressamente la diffusione alle organizzazioni sindacali e politiche. I livelli di esposizione all’amianto all’interno dell’Arsenale di Taranto sino a metà degli anni “90 in alcuni casi superavano le 100 fibre/litro.
L’uso di amianto non è stato solo nella costruzione navale e nei macchinari ma ha anche interessato coperture, condotte, serbatoi , pavimenti , amianto che all’Arsenale di Taranto era dappertutto con migliaia di metri quadri di ondulati in eternit che nei decenni si è andato sgretolando rilasciando le sue fibre mortali.
Quello che emerge dall’indagini penali in corso che a livello nazionale le patologie asbesto-correlate in Marina Militare superano i milleduecento casi, cifre che vengono confermate per Taranto e la sua storica base navale e il suo Arsenale. Nelle attività navali la casistica elaborata da Contramianto tenendo conto della Banca dati associativa ed incrociati con casi noti ReNaM COR Puglia ed ex Ispettorato del Lavoro di Taranto e riferiti a Marina Militare e operai civili dell’Arsenale MM di Taranto evidenziano 302 patologie asbesto-correlate e riconducibili ad operai Arsenale MM di Taranto e Sottufficiali della Marina e Ufficiali di grado superiore.
Le conseguenze sulla salute di Operai e Marinai sono tragiche come emerge dalla sintesi delle patologie asbesto-correlate riferite a Taranto per attività in Marina Militare, Marinai e Operai dell’Arsenale MM di Taranto, dei quali 172 tumorali (92 mesotelioma, 63 cancro polmone, 17 cancro laringe, renale, trachea, cerebrale) e 130 non-tumorali (asbestosi, fibrosi, placche, ispessimenti).
Un numero crescente di ammalati e deceduti per le quali riteniamo necessario un più attento iter per il riconoscimento di Vittima del Dovere che ricordiamo prevede una speciale elargizione per massimo danno di 200.000 euro ed una pensione personale o agli eredi di 1.800 euro mensili. In aggiunta al predetto riconoscimento possono essere richieste ulteriori forme risarcitorie quali la malattia professionale per i dipendenti civili del Ministero Difesa ed Equo indennizzo e pensione privilegiata per il personale militare , ed ancora il riconoscimento del danno e il Risarcimento Americano per coloro che si sono ammalati essendo stati esposti all’amianto lavorando a bordo delle navi ex USA.
INTERVENTI E DISCUSSIONE
Apertura lavori:
Luciano Carleo – Presidente Ass. CONTRAMIANTO Onlus
L’amianto negli atti e nelle testimonianze dei lavoratori civili e marinai della Marina Militare
Indagini e vittime:
Dott. Omero Negrisolo – già Tecnico Procura Padova per indagini amianto in Marina Militare Italiana
L’amianto nel naviglio militare e nelle officine: Caratteristiche, esposizione e patologie asbesto-correlate
Il Risarcimento Americano:
Avv. Mitchell Cohen – MSC Advisors LLC – Florida – USA
L’alternativa d’oltreoceano: Backgraund e sviluppi negli Stati Uniti
Avv. Sabrina Magni – SCF Studio Legale – Milano
L’alternativa d’oltreoceano: Quello che ancora vogliamo spiegare
Lavoratori Esposti e Diritti:
Ignazio Barbuto – Segr. Pr.le Vicario Confsal UNSA – Coofondatore Contramianto
Diritti Negati : Lavoratori del Ministero Difesa esposti all’amianto e Tutele Sociali
Fabiano Esposito – Pres. Ass. A BRACCIA APERTE Onlus
Sorveglianza sanitaria lavorativa e post-lavorativa per gli ex esposti amianto in Marina Militare
Dibattito aperto con cittadini , lavoratori e lavoratrici.
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