TARANTO – Le contestazioni e i fischi raccolti nei giorni scorsi dal sindaco Rinaldo Melucci – dopo l’ennesimo infortunio mortale avvenuto in Ilva – non sono passati inosservati a livello nazionale tanto che, questa sera, il primo cittadino è stato ospite della trasmissione Zapping (Radio 1), condotta da Giancarlo Loquenzi.
“Lei è stato inseguito da cittadini inferociti che la ritenevano in parte responsabile della morte di un operaio all’Ilva – gli ha chiesto il giornalista – la sua città l’ha come tradita. E’ questo che ha provato l’altro giorno uscendo da un incontro col governo quando ha preso fischi, minacce e insulti?”.
“Quella non era la città, non c’erano gli operai, non c’era l’ambientalismo moderno e moderato – ha risposto Melucci – quella era una frangia già nota agli inquirenti che a volte colpevolmente viene aizzata da una parte delle istituzioni che in questo Paese non si sforza di ragionare sui contenuti. E’ evidente che quando qualcuno è pronto a speculare anche sulla morte di un ragazzo, può succedere di tutto, in un clima comunque teso.”. Ed ha aggiunto: “E’ una vicenda che non ha nulla a che vedere con la trattativa Ilva, con il rilancio dello stabilimento, di una intera economia e di un territorio”.
La cosa che più ci ha colpito ascoltando le parole di Melucci è il suo approccio nei confronti del caso Ilva, tutto concentrato sui benefici economici e occupazionali che verrebbero meno a seguito di un’eventuale chiusura del Siderurgico. Chiusura che secondo il Movimento 5 Stelle dovrebbe avvenire gradualmente nei prossimi anni.
“Devono trovare le coperture per riqualificare 22.000 padri di famiglia tra lavoratori diretti e indiretti che hanno un’età media intorno ai 40 anni – è la replica del sindaco – sono giovani, non si possono incentivare accompagnandoli tutti alla pensione. Devono immaginare di sostituire una quota di Pil del Mezzogiorno e dell’intero Paese. Quello delle bonifiche è un falso mito. Tra investimenti diretti e bonifiche in Ilva servirebbero 5 miliardi di euro, è quanto una Manovrina finanziaria. Poi, gli addetti ai lavori mi dicono che nelle bonifiche si svolgono attività ad alta intensità di tecnologia, non di manodopera… non si assorbono 22.000 persone”.
Melucci si dice sicuro che l’affare con Mittal arriverà, comunque, a compimento. E senza fare alcun cenno ai malati e alle tante morti che la città ionica registra da anni a causa dell’inquinamento industriale, il sindaco pone l’accento sui danni che la chiusura di Ilva provocherebbe alle manifatture del Nord Italia dove utilizzano l’acciaio “a buon mercato” proveniente da Taranto per produrre elettrodomestici ed altro: “Mi piacerebbe sarebbe cosa ne pensa la Lega di Ilva perché c’è ancora un po’ di confusione su questo argomento… A me sembra che da parte dei Cinque Stelle ci sia solo un’affannosa corsa a mantenere la loro purezza rispetto alle promesse elettorali”.
Dal sindaco di Taranto ci saremmo aspettati almeno un cenno ai vantaggi sanitari e ambientali che deriverebbero da una chiusura delle fonti inquinanti, ma Melucci sembra più preoccupato per le sorti della manifatture del Nord. Al punto tale da affidarsi alla decisioni della Lega di Salvini, partner del futuro governo giallo-verde.
Ascolta l’intervista in versione integrale: https://www.raiplayradio.it/audio/2018/05/ZAPPING-RADIO1-del-21052018-d870b313-f912-4c71-baa0-392a70b03ca2.html
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