Riceviamo e pubblichiamo una nota di Giustizia per Taranto.
La questione Ilva è fra i temi oggetto del contratto in discussione fra Movimento 5 Stelle e Lega e ne attendiamo tutti l’esito con crescente trepidazione. Sarà il momento della svolta come promesso dai candidati e sostenitori del M5S, o prevarrà il compromesso? È già trapelato come la Lega sia contraria all’ipotesi di chiusura dell’Ilva, per cui molto dipenderà da quanto i vertici del 5S sentiranno la questione come un problema di proporzioni pari solo alla vita stessa. O se, piuttosto, ne faranno un problema di numeri ed opportunità.
Nell’ambito cioè di questa trattativa, quanto peserà la richiesta di una città che è da sempre poco considerata – benché grande centro del Sud – rispetto alla possibilità di governare il Paese? e quanta voglia ci sarà di imbarcarsi nello straordinario progetto di riconversione di un territorio, rispetto ad un’assai più semplice, ma illusoria, “ambientalizzazione”, ormai solo da formalizzare? lo sapremo presto. Quel che è certo è che se dovesse passare la linea morbida non ce la prenderemo con i rappresentanti locali eletti. Non pensiamo sia mai giusto prendersela con chi ci crede, animato da buona fede.
Il dramma della situazione che viviamo porta al bisogno di aggrapparsi a qualcosa, a rischio di esposizioni eccessive, delusioni, o di ingenuità, è nell’ordine delle cose. L’errore di accusarsi e spaccare il fronte in fazioni lo si è commesso già troppe volte, la città non ne ha davvero bisogno, anzi. Occorre fare di ogni occasione, anche eventualmente questa, un’opportunità di crescita per tutte e tutti. Certo sarebbe un boccone amarissimo per Taranto non approfittare di questa congiuntura – se si verificherà – per riconvertire la sua economia e a quel punto l’uscita dei parlamentari ionici dal Movimento sarebbe dovuta, questa sì.
Non si può votare la fiducia ad un Governo (questo o altri) che non abbia nel programma la chiusura dello stabilimento e la riconversione economica del territorio, passando dalla salvaguardia dei redditi dei lavoratori. Ora però è il momento della speranza. Si abbia la forza ed il coraggio di abbracciare il cambiamento fino in fondo, a rischio di attraversare una prima fase di impopolarità. Con la certezza, però, che con sapienza ed inclusione, potrà diventare riscatto per un’intera comunità.
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