Ilva, Fornaro risponde a Melucci: è l’unico a non sapere la mia posizione sul siderurgico
“L’oggetto della mia diffida è chiaro e conciso e non sconfina in altri ambiti come invece lei preferisce fare nella sua risposta che trovo a tratti sgarbata e che, piuttosto, sembra avere come obbiettivo principale il discredito infondato della mia persona e della mia figura di consigliere. Questo approccio arrogante, coadiuvato dall’utilizzo di menzogne non le è consentito; non nel mio caso almeno. Senza contare che non le fa onore avere certi comportamenti vista la carica di primo cittadino che ricopre”. E’ quanto si legge in una nota del consigliere comunale Vincenzo Fornaro (Taranto Respira ed Ecologisti, DemA-Taranto, Partecipazione è Cambiamento per Taranto), in risposta ad una dura nota diramata dal sindaco Rinaldo Melucci (leggi qui).
“È evidente che non abbia gradito il deposito della mia diffida – spiega Fornaro – e ciò mi induce a pensare che, molto probabilmente, il mio operato di consigliere all’opposizione è efficace quanto necessario per la nostra città. So bene che il ricorso pende innanzi al TAR per il Lazio e, come spero abbia letto nel documento da me depositato, Le ho chiesto di non ritirarlo. Perché, fare ciò, significherebbe aver approfittato della buona fede di chi ha supportato l’impugnazione del DPCM. Non vorrà ridurla ad una farsa ad effetto mediatico, spero. Il mio silenzio, nello specifico, è dovuto al beneficio del dubbio che ho ritenuto opportuno concederle ben sapendo che avrebbe potuto, in ogni momento, tirarsi indietro dall’azione intrapresa. È questo ciò che vuole fare e che farà? Di questo le sto chiedendo conto in nome mio e della coalizione che rappresento. Su questo gradirei ricevere risposte.
Non mi pare di essere stato in silenzio in nessuna occasione che richiedesse il mio intervento sia di uomo che di consigliere comunale. Il tono squillante della mia voce è piuttosto caratteristico e se non lo ha udito, evidentemente era assente come spesso accade. Può recuperare sul sito del Comune di Taranto le registrazioni delle dirette streaming dei consigli comunali ed analizzarle, così da non affermare inesattezze.
Quelli che lei definisce “innegabili effetti positivi” seguiti all’impugnazione del DPCM, sono contentini che in alcun modo sortiranno benefici risolutivi per la salute della popolazione, per la salvaguardia dell’occupazione e per la tutela dell’ambiente. Comprenderà bene che risulta piuttosto ridicolo sentir parlare di “primo caso di avveramento del principio comunitario del chi inquina paga” in riferimento alla presunta pulizia a carico dell’Ilva del quartiere Tamburi che, dalla stessa, è deturpato, decimato e straziato da mezzo secolo a questa parte.
È altrettanto ridicolo vantare come risultato la pulizia delle polveri che nell’arco di alcune decine di ore, ricopriranno nuovamente il rione Tamburi assieme ad innumerevoli sostanze inquinanti oltre che imbrattanti. E non è cambiando il nome allo stabilimento siderurgico, come lei si augura, che la nostra città potrà voltare pagina ed iniziare a sperare di vivere nella normalità come la stragrande maggioranza dei cittadini in ogni parte d’Italia. Taranto necessita di scelte coraggiose che producano fatti, non di parole nuove per definire la stessa cosa.
Mi permetta, infine, di farle notare che lei è forse l’unico in Taranto e provincia a non conoscere la mia posizione a riguardo dell’Ilva di Taranto. La invito ad informarsi più approfonditamente riducendo, così, al minimo il rischio di fare affermazioni discutibili e del tutto prive di fondamenta che sminuiscono la sua figura, anziché la mia”.