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Stazione di Taranto: treni del secolo scorso ma toilette de luxe

Se ti scappa la pipì alla stazione di Taranto devi pagare 1 euro. Si, indipendentemente dal fatto che hai un biglietto per viaggiare, se devi correre in bagno, il prezzo è quello. Una porta blindata più somigliante a quella di una banca che a quella di un cesso pubblico ti sbarra la strada all’agognato water e se per caso non ti trovi spiccioli devi per forza acquistare qualcosa al bar.

Che prendere? L’ennesimo caffè della giornata, un pacchetto di chewing-gum o dei fazzolettini di carta per il naso? Opto per una bottiglietta d’acqua che fa sempre bene quando fa caldo e finalmente, in una stazione deserta come non ricordavo da tanto, mi precipito in toilette. Per un euro voglio proprio godermela questa minzione, ma l’ambiente non mi ispira molto e allora faccio di fretta e tolgo il disturbo.

Un signore all’uscita mi guarda con invidia e mi dice: “E’ una vergogna! Ci vorrebbe un’articolo sul giornale”. Mi ricordo quindi che ogni tanto scrivo su Inchiostroverde.it e allora la racconto questa storia minima ma forse significativa di un mondo che cambia. In effetti mi sono informato e ormai in quasi tutte le stazioni d’Italia l’accesso ai bagni è a pagamento e forse questa è l’ennesima piccola ingiustizia.

Le stazioni sono sempre state un punto di riferimento per gente un po’ meno fortunata che magari vi passa la notte e che, finché era possibile, sfruttava i servizi igienici per darsi una lavata e per espletare i propri bisogni. Certo questo poteva creare qualche problema di sporcizia e capitava allora che i bagni pubblici, laddove i servizi di pulizia funzionavano male, assomigliassero più a latrine di una caserma che a quelli di civili in viaggio.

In genere questo accadeva soprattutto nei bagni per uomini, mentre, per sentito dire, quelli per donne avevano fama di essere più puliti. Ma ormai, la nostra stazione è diventata così secondaria che neanche i romantici clochard la frequentano più. Pensandoci bene: 1 euro per andare in bagno alla stazione di Taranto è davvero troppo per il vergognoso stato dei trasporti ferroviari nella nostra città.

Non prendevo il treno da tanto e viaggiare fino a Roma via Potenza è un’esperienza che ti riporta a tempi antichi, ai treni interregionali con linee ad un solo binario. Bisogna arrivare fino a Napoli per poter avere un servizio decente coi treni super veloci incompatibili con le nostre linee assai vetuste.

Certo, parlare di turismo a Taranto senza aeroporto e con i treni che allungano le distanze invece di diminuirle è davvero difficile. La nostra città, tanto strategica per l’economia nazionale, è davvero indietro come infrastrutture e trasporti rispetto a zone meno importanti per il PIL ma forse più capaci di pretendere attenzioni. Amare riflessioni, nate da un bisogno urgente di un viaggiatore senza spiccioli.

Giuseppe Aralla

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