Taranto: Tempa Rossa e l’eccessivo entusiasmo del sindaco Melucci
Il sindaco Melucci ha con grande enfasi commentato l’intesa firmata tra Comune, la società che gestirà l’affare Tempa Rossa e l’Eni. Sindaco soddisfatto e imprese euforiche per un progetto che può finalmente partire. Tutto bene quindi? Tutti convinti e contenti per una compensazione obbligatoria per legge? Saremmo curiosi di sentire il parere di tutti i consiglieri comunali, di maggioranza e di opposizione. Vorremmo sapere inoltre cosa ne pensano i tarantini.
Riportiamo dal dizionario Treccani il significato di compensazione: “In generale, l’atto di compensare, di ristabilire un equilibrio; ogni operazione che serva in qualche modo a bilanciare una differenza, e anche l’effetto, il risultato dell’operazione stessa”.
Costruire due nuovi grandi depositi per lo stoccaggio di greggio; fare arrivare 10.000 barili al giorno e lavorarli; adeguare ed allungare la banchina che verrà utilizzata per l’arrivo di un maggior numero di petroliere: sono solo una parte delle opere strutturali e delle attività industriali che non avranno certo impatto zero sul territorio (e non ci riferiamo necessariamente ad emissioni inquinanti).
Da qui l’obbligo stabilito per legge di “compensare” le conseguenze che questa attività determinerà. Non vogliamo qui contestare al sindaco responsabilità che non sono sue. Tempa Rossa è un progetto che viene da lontano e che, se fosse stato valutato negativamente, altri responsabili istituzionali locali e nazionali avrebbero dovuto o potuto fermare negli anni passati.
Quello che davvero non comprendiamo e che ci lascia perplessi è l’entusiasmo del Primo cittadino nel commentare l’accordo raggiunto. Qualche milione di euro, ammesso pure che venga ben investito sul territorio, vale davvero l’impatto totale che questa operazione comporterà nei prossimi anni nel nostro territorio (si parla di almeno quindici anni di estrazione di petrolio di Tempa Rossa)?
Il sindaco Melucci si rende conto che la nostra città diventa sempre più dipendente dall’industria? Legittima l’operazione Tempa Rossa da parte dei soggetti titolari del progetto e comprensibile l’entusiasmo con cui hanno accolto il definitivo placet delle autorità competenti alle necessarie autorizzazioni, ma noi cittadini possiamo dirci soddisfatti?
Siamo soddisfatti in generale (e non ci riferiamo solo al caso Tempa Rossa) delle scelte calateci dall’alto che condizioneranno per anni (decenni) il nostro futuro da un punto di vista ambientale, paesaggistico, economico e sociale? In particolare, fino a che punto potremo ricevere compensazioni da parte dello Stato e delle imprese tali da farci meglio accettare l’impatto delle industrie sul territorio?
Probabilmente, lo stato debitorio del Comune di Taranto, la diffusa povertà di ampi strati sociali della popolazione, l’elevata disoccupazione, il deficit culturale (inteso come carenza di strutture quali università e centri di ricerca) stimolano l’entusiasmo del nostro sindaco per un patto di compensazione che porterà una boccata di ossigeno alla città. In altre realtà cittadine, più ricche e meno dipendenti da monoculture industriali, dubitiamo che un sindaco ci avrebbe messo tanta enfasi nel firmare un accordo con un entusiasmo istituzionale che assomiglia tanto ad una accettazione definitiva di una politica economica su cui tanto si potrebbe discutere.