Taranto, quando imparerai a “venderti” meglio?

TARANTO – La città è un concetto fisico e identitario molto complesso, fatto di strutture architettoniche, mezzi e servizi, istituzioni, persone. Il dialetto, le tradizioni, la cultura, il livello medio economico e sociale della popolazione, il clima, la qualità dell’aria caratterizzano, inoltre,  ogni singola città e la rendono diversa da ogni altra.

Nell’immaginario di ognuno di noi, le varie città prendono forma in base alla conoscenza reale che ne abbiamo ed al racconto che di esse ci è stato fornito. E allora Venezia è la città romantica per eccellenza, Lecce è la città barocca, Siena è la città del Palio, Firenze è città d’arte, Verona è associata a Romeo e Giulietta e così via.

In pratica, la storia, la cultura, le caratteristiche fisiche e architettoniche di una città (più in generale di un luogo) si riassumono in un concetto ideale minimo, certamente riduttivo, ma molto efficace per prendere posto nel nostro archivio mentale. La città è, per chi non la conosce a fondo, uno stereotipo basato su concetti vaghi e generalizzazioni che in molti casi si allontanano dalla realtà oggettiva del luogo.

Tendiamo spesso a semplificare la nostra idea dei luoghi, un po’ come avviene per le persone che vagamente conosciamo e che tendiamo a catalogare molto superficialmente: quel tale è una brava persona; quello è un tipo pignolo; quell’altro è ambiguo, ecc.

Spesso ci limitiamo ad esprimere dei giudizi molto sommari, derivanti da un’idea generale e grossolana che abbiamo della persona di cui parliamo, evidentemente riduttivi e magari del tutto errati proprio per la mancanza di una reale conoscenza del soggetto.

L’identità collettiva di una città e l’immagine che essa riflette all’esterno non sono sempre frutto del caso e della tradizione e non sono per forza concetti immutabili nel tempo.  Teoricamente l’obiettivo per una città è quello di tendere sempre a migliorare in termini di bellezza, vivibilità, servizi, offerta culturale, economia.

Questa continua evoluzione dovrebbe portare vantaggi per chi la abita e favorire nel tempo una  identità più attrattiva per i forestieri. In molti casi, la realtà oggettiva di una città non coincide esattamente con l’immagine che essa riflette all’esterno. Sapersi raccontare al meglio e costruirsi un’immagine di città bella, interessante e vivibile, significa dare un grande aiuto all’industria del turismo e attirare investimenti e imprenditoria.

In altre parole, una città, oltre che essere, deve anche apparire al meglio e soprattutto sapersi raccontare. La creazione di una identità attrattiva dovrebbe essere un vero e proprio obiettivo strategico per ogni comunità cittadina, rappresentando essa una vera e propria risorsa per la collettività.

Istituzioni e cittadini potrebbero quindi collaborare alla realizzazione di un percorso virtuoso teso a migliorare l’identità della città, puntando sui punti di forza peculiari che contribuiscano a migliorare immagine e idea generale del luogo.

Taranto è molto indietro in questo tipo di percorso che città a noi vicine hanno intrapreso già da tempo. Si pensi, per esempio, a Lecce o a Matera, città capaci di diffondere un’immagine di bellezza, accoglienza e vivacità culturale e per questo premiate da turisti e imprenditori.

La Puglia stessa, nel suo complesso, ha saputo trasmettere un’eccellente immagine di bellezza e accoglienza e tante località della nostra regione ne stanno beneficiando in termini economici. È un percorso complesso e lungo quello che dovrebbe iniziare Taranto che è ancora molto indietro rispetto ad altre città.

L’immagine che purtroppo accompagna il capoluogo ionico è quella forse meno attraente: città inquinata e industrializzata. A tutti è certamente capitato di parlare con gente che non ha mai visitato Taranto e che ne ha un’idea spesso negativa e alquanto distante dalla realtà, salvo poi ricredersi dopo averla visitata.

Bisognerebbe quindi certamente acquisire una coscienza cittadina degli aspetti migliori e peculiari del nostro territorio urbano, rafforzarne la conoscenza e iniziare un lento processo che porti nel tempo a cambiare l’immagine riflessa all’esterno di Taranto.

Dovrebbe questa divenire una vera e propria mission di chi amministra la città. Patrimonio archeologico, centro storico, isole Cheradi, enogastronomia dovrebbero diventare argomenti centrali per un programma di sviluppo futuro e per rafforzare positivamente l’immagine di Taranto.

La città nel suo complesso, iniziando col coinvolgimento dei ragazzi nelle scuole, dovrebbe acquisire la giusta consapevolezza su eventi quali il Convegno internazionale sulla Magna Grecia, sulla grande importanza del patrimonio architettonico racchiuso nella Città vecchia, sul Castello aragonese, sugli ipogei e su tutto ciò che rende Taranto unica e bella.

Una cosa è certa: finché la questione Ilva resterà problema irrisolto e argomento centrale nella vita cittadina, l’immagine di Taranto tenderà sempre a rimanere piuttosto offuscata. Ben altra cosa sarebbe isolvere definitivamente la questione industriale con un cambio di rotta coraggioso.