Ma cosa succede a Taranto? Quali sono le logiche della cosiddetta politica? Aspiranti sindaci che avevano presentato programmi molto distanti da quelli di Melucci che si uniscono alla maggioranza, partiti che si spaccano al loro interno, assessori che cadono come foglie secche al primo vento d’autunno e altri che attendono la prossima folata.
Un sindaco, una maggioranza variabile, un intreccio di accordi, vendette, compromessi: non chiamatela politica questo pasticcio che avviene nelle segrete stanze di Palazzo di Città. La politica dovrebbe essere ben altro, volare sopra le beghe personali e tendere al bene comune, soprattutto in una città disastrata come Taranto.
Che fine hanno fatto i programmi elettorali, la promessa di svolgere l’importante ruolo riservato all’opposizione? Tutto macinato, rimescolato, stravolto: un polpettone riuscito male mettendo insieme ingredienti sbagliati.
Un PD diviso guarda con ansia quel che avviene a livello nazionale e, in parallelo, rivive anche localmente la crisi profonda in cui è precipitato, tanto da dover chiedere aiuto a parte delle opposizioni per mantenere margini di sicurezza in Consiglio.
Tutto questo si intreccia con la vertenza Ilva, il cui esito è rimandato a chissà quando e comunque a non prima che si sia riusciti a dare un governo al Paese. Quale sarà la linea di condotta del Comune su questa vicenda nei prossimi mesi?
La presa di distanza di Melucci da Emiliano ci porta a ritenere che non sarà certo il Primo cittadino a porre ostacoli ad una soluzione in linea con le aspettative della Direzione del PD a cui sembra essersi molto conformato.
Scordiamoci cioè un Masaniello a Palazzo di città che metta in crisi il modello industriale di Taranto e aspettiamoci piuttosto un sindaco attendista, attento all’evolversi della situazione politica nazionale. Ma quali ripercussioni avrà la formazione di un governo nazionale sulla vicenda Ilva? Chiaramente dipenderà dal tipo di maggioranza che si formerà ma, mi azzardo ad ipotizzare, non vi saranno stravolgimenti sulle politiche per Taranto.
PD+Cinque stelle? Lega+Cinque stelle? Governo di tutti voluto da Mattarella? Non vedo i presupposti e la forza politica per prendere decisioni clamorose su Taranto. Un cambio di rotta sarebbe stato possibile solo se ci fosse stato un vincitore netto con un progetto per Taranto chiaro e inequivocabile.
Non siamo in questa condizione. E nessuna maggioranza potrà garantirla. In sostanza, il DPCM renziano e calendiano, tappa obbligata del percorso che dovrebbe portare il passaggio dell’Ilva al privato, in assenza di clamorose decisioni del TAR del Lazio, verrà validato (forse leggermente migliorato) e, in barba a qualunque corteo di protesta e dato sanitario, la grande acciaieria avrà un’assicurazione sulla continuità produttiva per chissà quanti altri anni ancora.
I cittadini di Taranto intanto guardano distrattamente l’evolversi della situazione, ognuno preso dai propri problemi di sopravvivenza in una città incapace di dare speranze per il futuro. Siamo nelle mani della politica e dei politici, ma non possiamo certo stare sereni. Possiamo solo aspettare di illuderci ancora.
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