Ilva e Taranto: quale prezzo dovrà pagare M5S per poter governare?

TARANTO Luigi Di Maio sembra crederci nella possibilità di formare un governo “per cambiare l’Italia”. Il leader dei Cinque Stelle dichiara di essere aperto al confronto con tutte le forze politiche disposte a ragionare su programmi che facciano svoltare l’Italia. Aperto anche rispetto ad un eventuale accordo col Partito democratico?

Questa opzione inquieta tanti elettori sia di sinistra che grillini: chi era considerato un nemico (politicamente parlando) potrebbe a breve divenire addirittura un alleato. Quell’accordo che fallì nel marzo 2013, quando a discuterlo furono Grillo e Bersani in una famosa diretta streaming, potrebbe questa volta concretizzarsi nella formazione di una maggioranza parlamentare che avrebbe i numeri per governare il Paese, con buona pace delle destre che aspirerebbero invece ad altre soluzioni.

Il percorso d’intesa non è  certamente semplice. In particolare, ancor più che i cittadini elettori del PD, sono i vertici del partito che fu (ormai) di Renzi, a contrastare questa possibilità. Accordarsi con chi li ha da sempre additati come principali responsabili e beneficiari di un sistema di potere marcio e corrotto? Giammai, piuttosto opposizione!

Così la pensano il dimissionario (forse, ma dopo, anzi subito) Renzi, l’ex ministro Calenda fresco di tesseramento è già autonominatosi dirigente in pectore, l’ex ministro Orlando che sembra aver messo in soffitta tutta la voglia di rinnovamento che sembrava avere, ma pure Fassino, Martina, Orfini e tanti altri esponenti di primo piano della dirigenza del PD.

C’è invece una parte di elettorato di sinistra che vedrebbe di buon occhio un’alleanza con i Cinque Stelle. Sono quelli che, pur avendo votato PD, sono più propensi al cambiamento e al rinnovamento della politica. E tra i grillini che sensazioni prevalgono? Dopo l’entusiasmo della vittoria, la prospettiva di trovare alleanza con forze fino ad ora duramente criticate e accusate di tenere in piedi un sistema di potere condizionato da lobby e lottizzazioni non entusiasma.

Alleanza col PD? È proprio necessaria? Non comporterebbe un annacquamento del programma elettorale? Altra possibilità sarebbe allearsi con la Lega. Spesso accusati dagli avversari di populismo, Lega e Cinque stelle hanno mostrato qualche punto di contatto nei programmi elettorali su alcuni temi quali immigrazione, vaccini, riforma Fornero, lavoro ed Europa.

A giudicare però dalle tante perplessità espresse nei social dagli elettori Cinque Stelle, questa ipotesi di alleanza viene vista addirittura con maggior diffidenza rispetto a quella col PD. E l’elettorato tarantino come la pensa? Da un rapido sondaggio l’ipotesi di accordo con la Lega non entusiama.

Quella vena di razzismo e machismo che caratterizza il partito di Salvini, qui al Sud, non attrae molto. Un accordo giallo-verde non verrebbe digerito facilmente. Una eventuale alleanza col PD potrebbe essere motivo di imbarazzo per gli elettori e per gli eletti Cinque Stelle a Taranto.

Qui il PD è stato il vero nemico degli scorsi anni: il partito dei dieci decreti “salva Ilva”; il partito che ha accolto il ministro Calenda industrialista e anti ambientalista; il partito con cui si è alleato Bonelli che per questo ha ricevuto insulti e critiche di ogni genere.

Il Pd potrà mai trasformarsi in altro? E i suoi dirigenti si convertiranno sulla via di Damasco? E’ impossibile, secondo molti, fidarsi di quelli li. Una cosa è certa: l’eventuale formazione di un governo che veda i Cinque Stelle protagonisti passa per un compromesso con forze molto diverse e rischia di scontentare i più intransigenti, in particolare qui a Taranto. Ma non è stato certo il movimento di Di Maio a volere una legge elettorale che costringe i presunti vincitori a fare patti (anche col diavolo) per poter governare.