Da qualche settimana, alcune associazioni, comitati, il sindacato FLMUniti CUB e liberi cittadini si stanno incontrando e stanno cooperando per la stesura di un accordo di programma – una sorta di Piano per Taranto – che preveda la chiusura dell’Ilva e un progetto di bonifica – non solo a cura dei lavoratori attualmente occupati in fabbrica ma, tenuto conto della imponente opera necessaria, attraverso l’impiego di nuova forza lavoro, attingendo alle migliaia di disoccupati – e di riconversione economica della città. Sotto questa piattaforma questi cittadini si sono uniti per urlare la loro rabbia, per manifestare, per rivendicare il diritto – come cittadini e lavoratori – di vivere in una città dove non si debba scegliere tra il lavoro e la salute.
“Il tempo della protesta, finalizzata a mettere in evidenza l’emergenza sanitaria e ambientale in atto a Taranto, è finito – spiegano – ora è il momento della proposta. E’ il momento di fornire alla nostra città uno strumento che consenta di realizzare un nuovo modello di economia, lontano dalla monocultura dell’acciaio che, ad oggi, produce più malattie e morti che reddito. E lo stiamo facendo studiando, punto per punto, una exit strategy ispirata ai passi già percorsi a Genova, nell’ormai lontano 2005: dalla chiusura della fabbrica, alla ricollocazione dei lavoratori, passando per i fondi a cui attingere, fino a ridisegnare l’economia della città.
Vogliamo sottolineare che si tratta di un gruppo di cittadini, nato in modo spontaneo, che si pone il solo obiettivo di mettere nero su bianco ciò che la politica – da quella locale a quella nazionale – non ha saputo e voluto darci: una Taranto in cui il diritto alla salute non debba essere secondo al diritto al lavoro, e viceversa. Ci siamo strutturati in gruppi di lavoro e, dopo aver reperito e studiato i documenti, abbiamo tracciato le linee guida dell’accordo di programma. Le riunioni sono itineranti poiché il Comune di Taranto – a cui abbiamo chiesto una sede per i nostri incontri – non dispone di locali agibili da assegnare in comodato d’uso. Per realizzare questo progetto, sì ambizioso, ma fattibile, abbiamo bisogno della collaborazione di tutti. Rivolgiamo questo appello alla cittadinanza: chiunque condivida con noi il sogno di una Taranto senza Ilva e voglia mettere le proprie competenze a disposizione della città, può contattarci all’indirizzo email accordodiprogramma@gmail.com”.
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