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Ilva, Emiliano dice “No a ricatti” mentre Arcelor Mittal chiede nuove condizioni

“La Regione Puglia non ritirerà il ricorso sulla base di annunci e sarà difficile che qualcuno mi costringa, attraverso pressioni non motivate, a fare alcunché. Bisogna lavorare, studiare, e trovare soluzioni per andare avanti nella procedura di vendita dell’Ilva e non ricattare le persone e meno che mai i Comuni e le Regioni”. Lo ha affermato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, durante la presentazione del potenziamento di Arpa Puglia, l’Agenzia regionale per la Protezione Ambientale.

Emiliano auspica un intervento del premier Gentiloni. ”Il presidente del Consiglio- ha spiegato – ha un mezzo fondamentale per chiudere il ricorso, modificare il Dpcm (decreto della presidenza del consiglio dei ministri ndr) nel senso auspicato da Regione e Comune di Taranto”. “Siamo convinti che la diretta assunzione della questione in capo a Gentiloni – ha aggiunto – sia una buona notizia, ho fiducia in lui e sono convinto che egli sia portatore di una terzietà rispetto alla vicenda dell’acquisto dell’Ilva”.

“Se noi ritiriamo il ricorso – ha osservato -, è molto probabile che con il clima di pressione che si sta creando sulla Regione e sul Comune di Taranto qualcuno pensi di lasciare il mondo come sta. Il mondo come sta non rimane perché quel piano industriale, ammesso che qualcuno ce lo faccia vedere, e il piano ambientale vanno corretti. Tutto qua”.

In una nota il ministero dello Sviluppo chiarisce che “il Dpcm che adotta il piano ambientale Ilva, e che è oggetto di ricorso da parte della Regione Puglia e del Comune di Taranto, non può essere modificato senza una legge specifica come richiesto dal Presidente Emiliano”. “Il Dpcm – spiega – è infatti frutto di un processo previsto per legge che ha tra l’altro incluso una Consultazione pubblica e la valutazione di un comitato di esperti nominato dal Ministero dell’Ambiente. Un nuovo Dpcm, oltre all’effetto di azzeramento della procedura di gara, comporterebbe anche la necessità ricominciare il procedimento dall’inizio”.

Commentando il nuovo no del Governatore della Puglia, il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha sottolineato: ”Sull’Ilva il Governo non ricatta nessuno: il Presidente Emiliano non può dire di cercare il dialogo e poi minarlo ogni giorno”.

In questo clima arriva la mossa di Arcelor Mittal . Il gruppo preoccupato da come si sta ‘delineando il quadro giuridico italiano sull’Ilva’ chiede, in una lettera inviata il 21 dicembre ai Commissari straordinari, una modifica al contratto di affitto con l’obbligo di acquisto sottoscritto il 28 giugno scorso per potersi tutelare nel caso dal Tar di Lecce arrivasse lo stop al Dpcm del governo. In particolare, si apprende da fonti vicine al dossier, Arcelor chiede “l’introduzione nel contratto di ulteriori condizioni sospensive o di nuove condizioni risolutive”. I Commissari hanno girato la richieste al Mise che sta valutando il da farsi.

Quali siano queste “ulteriori condizioni sospensive o risolutive” a garanzia degli investimenti nella lettera non si dice. Nella missiva che Am Investco, cordata guidata da Arcelor Mittal, ha inviato ai Commissari straordinari di Ilva, infatti, si chiede genericamente ” a seguito del ricorso contro il Dpcm al Tar di Lecce, un confronto per valutare modifiche e integrazioni al contratto” firmato nei mesi scorsi.

Il ministero dello Sviluppo si terrà in contatto con i Commissari per valutare il da farsi. Sono fonti del dicastero di via Molise a spiegare le prossime mosse del ministero alla luce della lettera di Am Investco. La richiesta di Arcelor, che guida la cordata, non spiazza il ministro Calenda che proprio il giorno prima nel corso del tempestoso tavolo istituzionale su Taranto aveva delineato a Emiliano e al sindacato di Taranto la possibilità che “l’investitore potesse assumere una simile iniziativa” per scongiurare i rischi derivanti dal ricorso al Tar, dicono da via Molise. (Adnkronos)

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