TARANTO – Questa mattina, Alessandro Marescotti e Luciano Manna (PeaceLink), accompagnati da attivisti del movimento e da Maurizio Bolognetti, hanno presentato al Comando Provinciale dell’Arma dei Carabinieri un esposto-denuncia indirizzato alla Procura della Repubblica di Taranto, che ha per oggetto l’inquinamento prodotto dall’Ilva e dall’Eni. L’iniziativa – che aveva InchiostroVerde.it tra Media Partner – ha raccolto oltre 2.300 adesioni.
Secondo i sottoscrittori dell’esposto, la documentazione consegnata attesta “la mancata applicazione delle prescrizioni del riesame AIA del 2012 (DVA-DEC-2012-0000547) che oggi vengono modificate, nella loro attuazione e tempistica, dalla domanda di AIA di AM Investco approvata dal DPCM del 29 settembre 2017″.
Viene trattata, inoltre, la questione dell’immunità penale per l’Ilva che rappresenta oggi il vero baricentro di tutta la questione:“Noi non vogliamo che a Taranto venga consentita quella che consideriamo una potenziale “licenza d’uccidere” garantita per legge. Ed è per questo che vogliamo a Taranto un Osservatorio mortalità in tempo reale per verificare ufficialmente in modo istantaneo se i decessi a Taranto sono tornati nella normalità o se permangono più elevati rispetto all’atteso. Questo lo chiediamo per mettere sotto osservazione in particolare i Wind Days”.
La documentazione presentata contiene foto, video, documenti in pdf che attesterebbero la violazione del Testo Unico Ambientale (d.lgs. n. 152/2006) e le direttive europee, nello specifico la Direttiva 2010/75/UE, recepite dalla legislazione italiana. Alcune situazioni denunciate configurerebbero il reato di Getto pericoloso di cose secondo l’Art. 674 codice penale.
Per quanto concerne, gli eventi di slopping i sottoscrittori evidenziano una incongruenza tra due diverse comunicazioni del gestore Ilva a Ispra e Ministero dell’Ambiente. Si legge nell’esposto: “Come può Ilva dichiarare a Ispra “zero eventi slopping” da gennaio a agosto 2017 se ne dichiara, sempre relativamente all’anno 2017, 22 da gennaio a marzo, 19 da aprile a giugno e 28 da luglio a settembre?”.
“Oggi esiste un pericolo immediato per la salute a Taranto ed è costituito dai Wind Days – si legge – essi mettono a rischio la salute di soggetti fragili bisognosi di tutela, come i bambini e gli anziani, lo riconosce la ASL oltre che la letteratura scientifica che indica un pericolo nell’incremento di concentrazioni del PM10, la cui tossicità a Taranto è più che doppia”.
Peacelink, nelle osservazioni alla domanda di AIA di AM Investco, aveva chiesto una prescrizione che potesse definire un sistema con “sanzioni effettive, proporzionali e dissuasive” (come previsto dalla normativa europea) che porti alla progressiva riduzione della produzione dell’area a caldo dell’Ilva quando si supera la soglia di 25 mcg/m3 nel quartiere Tamburi, soglia indicata come livello di massima precauzione per bambini e anziani.
I video e le foto consegnate testimoniano anche l’incidenza dei minerali dell’Ilva di Taranto durante un forte evento meteorico di pioggia: parchi minerali allagati e tutto il sistema di raccolta delle acque meteoriche che l’Ilva scarica direttamente in Mar grande. Ma non è solo di Ilva che si parla nell’esposto. Una parte rilevante è dedicata anche alla Raffineria Eni, le cui attività sono state oggetto di denunce e segnalazioni riguardanti gli eventi torce percepiti dalla popolazione.
Tra le principali criticità evidenziate nel corso dell’ispezione avvenuta all’interno della Raffineria nel maggio 2016 quelle che sembrerebbero più rilevanti riguardano i serbatoi: sversamenti, presenza di vegetazione, mancanza di convogliamento delle acque meteoriche, mancanza di valvole di sicurezza per evitare sversamenti. Rilevate, anche, lacune nelle procedure in merito al carico e scarico degli idrocarburi, inaccessibilità dei pozzetti di campionamento, inquinanti in falda, presso gli scarichi, ed emissioni odorigene presso alcuni impianti. In merito alle risorse idriche utilizzate dalla Raffineria, il GI (Gruppo ispettivo) ritiene necessario chiedere al Gestore Eni di trasmettere il rinnovo delle concessioni all’emungimento dei pozzi.
Questi sono soltanto alcuni stralci di un esposto che ha visto l’impegno di tante associazioni unite in difesa della salute e dell’ambiente. Ecco l’elenco completo: Peacelink, Fondo Antidiossina, Altamarea, Comitato di Quartiere Tamburi, WWF Taranto, Verità per Taranto, Tuttamialacittà, Plasticaqqua, Genitori Tarantini, LiberiAmo Taranto, Hermes Academy, Abfo, AssoConsum Taranto, TarantoLider, LOA Libere Officine, AIBPF-MF , Tamburi combattenti, CreativaMente, Pane e pc, Tarantorespira, Partecipazione è cambiamento per Taranto, CinemETIC, Verdi Taranto, Verdi Manduria, Radicali Lucani, Cova Contro, Spazi Popolari, AttivOstuni, Carovane Migranti, No al Carbone, Giustizia per Taranto.
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