Ilva e Wind Day, Legambiente chiede ai commissari di adottare con urgenza nuove misure
Con una lettera inviata ieri ai Commissari Straordinari Ilva Legambiente Taranto torna a chiedere l’adozione di misure a carico di Ilva che riducano l’impatto dei wind day sui cittadini di Taranto, a partire dagli abitanti del quartiere Tamburi, i più esposti alle polveri provenienti dai parchi minerali Ilva. Riportiamo il testo della lettera firmata da Lunetta Franco, presidente di Legambiente Taranto.
Anche oggi (ieri per chi legge, ndr) a Taranto è un wind day, l’ennesimo di una lunga serie che da anni grava sui cittadini di Taranto e, in modo particolare , sugli abitanti del quartiere Tamburi: le misure adottate per contenere lo spolverio proveniente dai parchi minerali si sono dimostrate sinora insufficienti.
Nelle Osservazioni presentate da Legambiente Taranto alla proposta di Piano Ambientale di AM InvestCo Italy srl, relativamente ai Wind Days, avevamo segnalato che:
La popolazione di Taranto, in particolare quella residente nei quartieri limitrofi all’area industriale, a fronte della pregressa esposizione a elevati livelli di inquinamento atmosferico, rappresenta un gruppo ad alto rischio per lo sviluppo di patologie correlate all’inalazione di polveri sottili.
Il Dipartimento di Prevenzione della ASL di Taranto ha predisposto un programma aggiuntivo per ridurre l’esposizione della popolazione agli inquinanti atmosferici nei wind days consistente in raccomandazioni quali i consigli di programmare eventuali attività sportive all’aperto nelle ore in cui i livelli di inquinamento sono inferiori, ovvero tra le 12 e le 18, di arieggiare gli ambienti chiusi negli stessi orari e l’invito a ridurre il più possibile l’uso dell’auto. In caso di livelli molto alti di inquinamento da PM10, viene consigliato di evitare attività fisiche intense e prolungate all’aperto e di rimanere il più possibile in ambienti chiusi, in particolare per i soggetti a rischio e si invita ad adottare forme di mobilità di minore impatto ambientale spostandosi a piedi, in bicicletta o con i mezzi pubblici. In caso di livelli eccezionali si raccomanda di ridurre il più possibile la permanenza all’aperto e si consiglia agli individui particolarmente sensibili di consultare il proprio medico curante.
Nelle stese Osservazioni, per attenuare i rischi sanitari a carico della popolazione, avevamo proposto di rivedere le specifiche prescrizioni relative ai Wind Days incrementando il contributo dell’azienda volto a ridurre le emissioni di polveri, ma nel nuovo Piano Ambientale adottato a settembre di quest’anno l’unica novità in questo campo è costituita dalla previsione di un limite massimo pari a 14,5 milioni di tonnellate/anno per la giacenza media annua dei parchi primari fino al completamento della relativa copertura: una misura positiva, ma insufficiente, che non tiene peraltro conto dei possibili picchi né detta misure relative all’altezza dei cumuli.
Nell’incontro sui Wind Days svoltosi mercoledì 7 dicembre presso il Comune di Taranto – cui hanno partecipato ARPA Puglia e ASL e cui ha preso parte, per Legambiente Taranto, la presidente Lunetta Franco – abbiamo ribadito che l‘unica effettiva soluzione del problema dei Wind Days resta la copertura dei parchi minerali nel più breve tempo possibile. Ricordiamo a tale proposito che il precedente piano ambientale prevedeva 28 mesi per la sua realizzazione mentre sarebbero solo due gli anni presumibilmente necessari stando ai report Ilva diffusi durante la procedura di assegnazione. Per questo, pur prendendo atto positivamente degli impegni assunti e dell’annuncio dell’inizio delle attività propedeutiche alla copertura, che non può certo essere sottovalutato, ma che risulta – da solo – insufficiente, la riteniamo come una delle questioni irrinunciabili da porre al Tavolo per Taranto convocato per il 20 dicembre.
Nelle more della effettiva copertura dei parchi minerali, l’unico modo per ridurre gli effetti dei wind days resta pertanto l’incremento delle misure di mitigazione già adottate e l’adozione di ulteriori misure protettive. Recentemente mezzi di informazione locale hanno riportato gli esiti della visita ispettiva effettuata lo scorso luglio dai tecnici di ISPRA e ARPA Puglia.
Nel relativo verbale viene indicato che: “ Durante il sopralluogo in area Parchi Minerali, ne è stata verificata la gestione, senza copertura (Prescrizione n.1), all’aperto con bagnatura e filmatura dei cumuli (come dichiarato dal gestore)” e che “A seguito di un controllo visivo dalla torretta della Centralina di monitoraggio qualità dell’aria (Meteo Parchi) il G I ha riscontrato che la bagnatura non copre la sommità dei cumuli di materie prime stoccate. Al riguardo il gestore evidenzia che gli idranti visionati sono parte integrante della rete realizzata in ottemperanza alla prescrizione 11 dell’AlA 2012”.
Risulta pertanto evidente, a nostro avviso, la necessità che si provveda con urgenza alla riduzione dell’altezza dei cumuli. Vi chiediamo pertanto, per prevenire possibili danni alla salute dei cittadini di Taranto e segnatamente degli abitanti del quartiere Tamburi, di adottare con urgenza nuove misure – compreso l’abbassamento dei cumuli e il loro ulteriore arretramento – per abbattere il carico di polveri nocive che grava sulla città.