Ilva, Calenda: non annulleremo il tavolo, affronteremo l’odg definito col sindaco di Taranto
Il tavolo sull’Ilva, “non lo annulleremo ma al contrario affronteremo tutti i temi dell’odg definito con il Sindaco di Taranto insieme a chi vorrà lavorare costruttivamente per la città invece di seguire la strada dei ricorsi e delle sparate demagogiche”. Così su Twitter il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, rispondendo a Legambiente che, sempre su Twitter, ha definito “insensato” annullare il tavolo, chiedendo che il governo dia “risposte chiare e pretenda tempi più stringenti sui nodi irrisolti, innovazione tecnologica, bonifica delle aree”.
Il tavolo è fissato per il 20 dicembre, nei giorni seguenti partiranno anche gli altri tavoli istituzionali quello di Genova e quello sugli altri siti Ilva. Ripartiranno anche i tavoli negoziali fra azienda e sindacati.
Alla convocazione sono seguite polemiche e botta e risposta tra lo stesso ministro e il governatore della Puglia, Michele Emiliano: “Ho convocato il tavolo per il 20 senza voler escludere nessuno. Sarei felice se partecipasse anche Emiliano, ma è ovvio che bisogna prima ritirare i ricorsi: non si può discutere contemporaneamente su un tavolo negoziale e in aula di Tribunale”, ha detto Calenda nei giorni scorsi, dopo la visita a sopresa a Taranto, quando ha incontrato il sindaco, Rinaldo Melucci, annunciando poi, con una nota congiunta, la riapertura del tavolo bruscamente interrotto dallo stesso ministro la scorsa settimana .Questo dopo la decisione della Regione Puglia e del Comune di presentare ricorso al Tar contro il Dpcm che autorizza il piano ambientale di ArcelorMittal per riambientalizzare il siderurgico.
Emiliano, che ha mostrato di non gradire il blitz di Calenda tanto da definire l’iniziativa una “scorrettezza istituzionale”, intervistato oggi da TgNorba ha risposto duro: il ministro è “disperato” e il ricorso va avanti. “Resta in piedi – ha detto Emiliano – fin quando non saranno discusse le osservazioni”. “Calenda ha fatto il blitz a Taranto perché era disperato. L’azienda – sostiene il governatore – non gli dava più ascolto, perché aveva capito che il Governo non era l’interlocutore, e quindi aveva bisogno di tornare indietro rispetto a una sciocchezza che aveva combinato, ossia l’esclusione di Regione e Comune dalla trattativa. Se farà saltare il tavolo se ne assumerà le responsabilità”. (Ansa)