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Asma grave, finalmente arriva in Puglia il farmaco “salva-respiro”

BARI – All’inizio è solo “un po’ di asma”. A lungo andare quel poco si può però trasformare in un tanto, che le terapie, tutte, compresi i corticosteroidi, non bastano più. E la fame d’aria non permette di fare più le cose che si facevano prima: le frequenti riacutizzazioni, le corse in ospedale, la quotidianità che semplicemente non c’è più. O diventa insopportabile. Perché, come dicono i pazienti, il dolore si può misurare, ma non riuscire a respirare è qualcosa di devastante.

Di asma cosiddetta grave soffre in Puglia il 5-15% dei pazienti asmatici, un numero non trascurabile visto che una crisi può anche diventare fatale. Molti sono giovani: uomini ed on particolare donne, ancora attivi nel mondo del lavoro e nella vita sociale. Per loro, finalmente, da oggi è disponibile una nuova terapia “salva respiro”: si chiama mepolizumab, ed è un anticorpo monoclonale umanizzato che blocca l’infiammazione eosinofilica, causa delle continue esacerbazioni della malattia.

Mepolizumab ha dimostrato negli studi clinici non solo di ridurre dell’84% la conta degli eosinofili nel sangue entro 4 settimane dall’inizio del trattamento, e di conseguenza le riacutizzazioni in generale (53%) e quelle che determinano ricovero in ospedale o visite al pronto soccorso (61%), ma ha anche migliorato la funzione polmonare e ridotto della metà la dose giornaliera di corticosteroidi orali, farmaci che hanno un impatto negativo sulla qualità di vita dei pazienti, dovuto ai tanti effetti collaterali tra cui incremento di peso, aumento della glicemia e rischio di sviluppare osteoporosi. Dopo una lunga attesa anche la Puglia si è messa “al pari” delle altre regioni dove il farmaco era disponibile da tempo.

“Questo farmaco è stato lungamente atteso in Puglia e i pazienti erano veramente avviliti, nonostante le nostre rassicurazioni – spiega Luigi Macchia, specialista in Allergologia e Immunologia Clinica al Policlinico di Bari –. Poi questa estate anche la stampa ha preso a cuore la situazione perché le principali testate giornalistiche pugliesi hanno parlato del problema e hanno ulteriormente sensibilizzato le istituzioni.

Adesso che il farmaco è disponibile i pazienti stanno bene, il farmaco funziona e io raramente ho visto tante persone che contemporaneamente hanno recuperato una buona qualità di vita persa da tempo. Nel campo dell’asma grave esistono diverse alternative farmacologiche ma mepolizumab ci sta dando grande soddisfazione. Fino ad ora tra Bari e Foggia abbiamo erogato la terapia ad una trentina di pazienti che stanno reagendo benissimo e probabilmente questa è una delle casistiche più importanti d’Italia. Tra l’altro le risposte dei pazienti sono indipendenti le une dalle altre, non si conoscono tra di loro e non possono influenzarsi ma ci danno aggiornamenti sui loro progressi usando le stesse parole.

Ovviamente il trattamento va riservato solo agli asmatici più gravi che non reagiscono alle terapie tradizionali. Nel momento in cui il farmaco viene erogato ai pazienti cosiddetti “eleggibili”, non solo questi recuperano una buona qualità di vita ma vengono anche abbattuti i costi che gravano sul Servizio Sanitario Nazionale. Un giorno di ricovero ospedaliero infatti costa 2000 euro e poi ci sono i costi indiretti. Per cui a conti fatti anche se la terapia è costosa, comunque va ad abbattere costi importanti oltre a restituire una buona qualità di vita a queste persone”.

L’azione di mepolizumab blocca la migrazione delle cellule eosinofile del sangue coinvolte in più della metà dei casi nella patogenesi di asma grave refrattario alle terapie, in presenza o meno di allergie. Anche se l’asma grave si manifesta con sintomi molto simili, infatti, non tutti i pazienti sono uguali.

“L’asma grave – spiega Mariapia Foschino, direttore della Struttura Complessa di Malattie dell’Apparato Respiratorio all’Azienda Ospedaliera-Universitaria Ospedali Riuniti di Foggia – è una malattia eterogenea, costituita da diversi fenotipi, ovvero specifiche e differenti caratteristiche cliniche e fisiopatologiche che differenziano i pazienti gli uni dagli altri. Il tipo di asma eosinofilo, per il quale è indicato appunto mepolizumab, è caratterizzato da un’elevata infiammazione, causata proprio dall’aumento degli eosinofili nel sangue e nelle vie aeree, che determinano un aumentato rischio di riacutizzazioni e accessi al Pronto Soccorso.

Diagnosticare correttamente e per tempo questa malattia è diventato dunque di fondamentale importanza per personalizzare nel modo più corretto la cura, e restituire al paziente una migliore qualità di vita. Vediamo frequentemente nel nostro ambulatorio dedicato alla diagnosi e cura dell’asma grave pazienti che, pur utilizzando tutti i farmaci previsti per la cura dell’asma con alte dosi di cortisonici inalatori e spesso anche cicli di steroidi per via sistemica, hanno uno scarso controllo della malattia.

Oggi, per noi specialisti, il mepolizumab rappresenta una efficace opportunità terapeutica per questo tipo pazienti, che ci raccontano di un significativo miglioramento della loro qualità di vita già dopo la prima somministrazione del farmaco. Mepolizumab rappresenta dunque un nuovo stimolo per la nostra professione: ci ricorda che l’asma non è tutta uguale e che la vera sfida è individuare il paziente che potrà rispondere a questo nuovo farmaco biologico per offrire, per tempo, il ‘farmaco giusto’ al ‘paziente giusto’”.

Grazie a una semplice iniezione mensile sottocutanea al dosaggio fisso di 100 milligrammi, quindi, la vita di questi pazienti può cambiare radicalmente. “I più ansiosi di veder arrivare nel prontuario terapeutico mepolizumab – osservano il prof. Macchia e la prof.ssa Foschino – erano proprio i pazienti, che fino ad oggi non riuscivano più a salire le scale, a rifare il letto o semplicemente a vestirsi senza rischiare ripetute crisi respiratorie con conseguenti accessi al pronto soccorso e ricoveri. Finalmente, grazie a questa importante svolta, questa terapia potrà notevolmente ridurre la loro sintomatologia e migliorare la loro qualità di vita”.

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