Parte l’alleanza tra Taranto e Pittsburgh, grazie al lavoro dei climate leader
Si è svolta martedì scorso, a Palazzo di Città, la prima videoconferenza tra il Comune di Taranto e il Comune di Pittsburgh, che ha messo a disposizione il suo ufficio “resilience and sustainability”, per la sottoscrizione di un accordo internazionale finalizzato allo scambio di buone prassi sul tema dell’ambiente e della sostenibilità, nonché ad agevolare l’ingresso di Taranto nei network internazionali delle città virtuose nell’ambito delle politiche ambientali.
“La visione del sindaco, Rinaldo Melucci, e del vicesindaco, Rocco De Franchi – viene spiegato in una nota – è quella di connettere Taranto alla comunità internazionale per avviare un processo di decarbonizzazione inserito nel quadro di modelli economici, già sperimentati con successo all’estero, che siano in grado di conciliare il lavoro con la salute dell’uomo e del pianeta; che non prevedano un trade off tra il diritto al lavoro e quello alla salute, ma anzi creino occupazione, pur tutelando l’ambiente.
In quest’ottica, la città della Pennsylvania rappresenta un modello di riferimento. È la città del futuro. Per più di un secolo è stata la città più inquinata al mondo, con un tasso di incidenza delle malattie respiratorie del 400% superiore alla media nazionale, con i suoi 30 impianti siderurgici operanti nell’abitato. Era la “Steel City”, la città dell’acciaio, ed è diventata, come l’ha definita Barack Obama “una straordinaria storia americana” ed il centro di eccellenza nella formazione universitaria, cura della salute, nanotecnologie e bioingegneria, nonché uno dei centri più verdi degli Stati Uniti e città più vivibile d’America, secondo Forbes (2010) e l’Economist (2011)”.
“Pittsburgh – dichiara il Sindaco Melucci – è per noi un esempio a cui guardare con fiducia, nel corso di questa difficile, ma possibile e anzi obbligata, strada verso una riconversione dell’economia cittadina ad un’economia decarbonizzata. È una strada che ci porterà a diventare città green d’Europa e che è fatta di alleanze internazionali, ma anche di un lavoro di sistema con tutti gli stakeholder nazionali, regionali e locali, perché quella che stiamo combattendo è una sfida globale e non solo locale, che richiede l’aiuto di tutti. Pubblico e privato dovranno investire in questa direzione. Lo dobbiamo ai lavoratori che saranno reimpiegati in attività sostenibili e lo dobbiamo alle nuove generazioni, che non devono scegliere tra salute e lavoro”.
Un simbolo ed un benchmark, così emblematica da essere stata scelta come sede del G20 nel 2009 e come sede del più grande training del Climate Reality Project dell’ex Vicepresidente degli Stati Uniti e premio Nobel per la Pace, Al Gore, nel 2017.
È a quest’ultimo training che tra i 1.300 futuri Climate Leader, di cui 3 italiani, ha preso parte anche la pugliese Claudia Laricchia. “Sono andata a Pittsburgh con un obiettivo preciso: realizzare la mia prima “climate action” per Taranto e per i tarantini. Perché Taranto non è sola. C’è una comunità internazionale straordinaria che combatte quotidianamente per superare quegli stessi problemi che l’affliggono. Questa comunità può e deve aiutare la città ad uscire da questo terribile ricatto che la ammala da anni” ha dichiarato la climate leader del progetto di Al Gore, che dal 2006 ad oggi ha formato con 36 training 12.000 leader provenienti da 136 Paesi.
Questa climate action nasce da un messaggio che le ha mandato il Vicesindaco di Taranto, Rocco De Franchi, prima della sua partenza per gli States: “Ho scritto alla dott.ssa Laricchia a metà ottobre – dichiara De Franchi -, quando ho letto che sarebbe partita per incontrare Al Gore. L’ho fatto perché so che non possiamo lasciare nulla di intentato. Queste connessioni rientrano nella più ampia missione strategica che il Sindaco ed io stiamo implementando in città, convinti che un altro futuro per Taranto e i tarantini è possibile. I fatti ci daranno ragione e il riscontro positivo che abbiamo ricevuto finora ci motiva ad andare, con ancora più forza, avanti in questa direzione”.
La climate leader ha così preso accordi con altri colleghi provenienti da Boston, Budapest, Germania, Svezia, New York e Canada ed ha incontrato Bill Peduto, il famoso Sindaco di Pittsburgh, balzato alle cronache mondiali per aver tenuto testa a Donald Trump quando si è ritirato nel 2015 dagli Accordi di Parigi sul clima. In quell’occasione, Trump aveva dichiarato: “Non mi importa di questo accordo! Io non prendo i voti di Parigi. Io prendo i voti di Pittsburgh”. E così Peduto ha cominciato una battaglia a colpi di tweet, politiche e convegni internazionali contro il Presidente degli Stati Uniti e a favore dell’ambiente.
Peduto, che ci ha tenuto a sottolineare di avere origini italiane, si è detto più che felice di cominciare questo gemellaggio con Taranto. Nel corso della video conferenza, il capo dell’ufficio resilienza e sostenibilità, Ervin Grant, ha rilanciato proponendo di aiutare Taranto ad entrare anche nel ICLEI – Local Goverments for Sustainabilty e in particolare nella Urban Transitions Alliance. Si tratta della rete globale di oltre 1.500 Enti Locali provenienti da tutto il Mondo, che coprono il 25% della popolazione del pianeta, impegnati a costruire un futuro sostenibile attraverso sostenibilità, resilienza, decarbonizzazione, mobilità sostenibile, biodiversità, efficienza di risorse e produzione, salute e felicità delle città, con economie verdi e infrastrutture smart. Taranto in questi giorni, dunque, lavora su più tavoli e su più livelli. E quello internazionale lascia grande speranza che il cambiamento questa volta è davvero ad una svolta epocale.