Ilva, ArcelorMittal esprime preoccupazione per il ricorso al Tar

ArcelorMittal esprime la propria “preoccupazione a proposito del ricorso al Tar” contro il decreto sull’Ilva “in consonanza con le dichiarazioni del Governo – rilasciate dal ministro Calenda e da altri Ministri – e delle organizzazioni sindacali in merito all’impatto che tale ricorso potrebbe avere su Ilva, i suoi lavoratori, le comunità locali e gli altri stakeholder”. Lo afferma la società in una nota, aggiungendo che “è un vero e grande peccato che la nostra volontà e capacità di realizzare” gli investimenti previsti “possano essere pregiudicate da questo ricorso”.

Intanto, i promotori del ricorso al Tar (Regione Puglia e Comune di Taranto) cercano di disinnescare l’eccessivo allarmismo alimentato dal governo con la complicità di alcuni sindacati e degli acquirenti (ben supportati da buona parte del fronte mediatico).

“Innanzitutto – dichiara il governatore Emiliano – la proposizione del ricorso al Tar di Lecce da parte della Regione Puglia non priva di efficacia l’aggiudicazione dell’ILVA di Taranto all’acquirente. La vendita in ogni caso è attualmente bloccata dalle indagini dell’Unione Europea sulle concentrazioni e dunque nessun danno può prodursi alle parti della vendita stessa atteso che essa non è ancora definitiva e che occorrerà attendere fino a marzo per conoscere il verdetto europeo. Ma anche in caso di annullamento dell’atto impugnato, la aggiudicazione rimane intatta ed il DPCM dovrà essere obbligatoriamente reiterato dal Presidente del Consiglio dei Ministri pro-tempore, correggendone il contenuto secondo le eventuali indicazioni della sentenza (leggi qui). Se il Governo vuole evitare il giudizio ritiri l’atto impugnato e lo corregga secondo le indicazioni della Regione Puglia e del Comune di Taranto avviando il processo di decarbonizzazione dell’ILVA”.

SIT-IN DI FIM E UILM SOTTO LA SEDE DELLA REGIONE

Domani, le organizzazioni sindacali Fim e Uilm con Cisl e Uil, in occasione del Consiglio regionale su Ilva, si riuniranno in presidio sotto la sede della Regione Puglia di via Capruzzi a Bari, insieme ai rappresentanti sindacali e gruppi di lavoratori Ilva diretti e dell’appalto. Chiederanno di essere ricevuti con una delegazione dall’assise regionale per rappresentare le preoccupazioni dei lavoratori, alla luce delle ultime scelte effettuate dalla Regione Puglia e dal Comune ionico.

USB: IL PIANO AMBIENTALE NON VA BENE

“Quando si parla di Ilva si parla di Taranto, una città che da troppo tempo sta soffrendo – sottolinea Francesco Rizzo, coordinatore provinciale USB Taranto – l’unica soluzione è quella di coinvolgere gli Enti locali sulle decisioni che ricadranno su tutti i cittadini. L’allarmismo ingiustificato creato dalle dichiarazioni del Governo creano ancora più tensione e ansia nella nostra città. Sia ben chiaro che non permetteremo a nessuno di scaricare le responsabilità sul primo cittadino o sul presidente della regione. Sappiamo bene di chi sono le colpe”. Intanto a partire dal 4 dicembre USB ha indetto una serie di assemblee all’interno dell’Ilva.

RSU FIOM: CALENDA METTA FINE ALLO SCONTRO

“Il ministro Calenda adesso non continui con lo scontro ed eviti di rilasciare dichiarazioni che tanto ci ricordano quelle di Riva – è l’appello delle Rsu Fiom Cgil di Taranto – basta con il ricatto occupazionale. I lavoratori non sono più disposti a stare dentro una logica di contrapposizione tra ambiente e lavoro.  Il Governo fa ancora in tempo ad aprire una nuova fase di confronto attraverso il riesame dell’AIA rimettendo in discussione quanto deciso insieme a Arcelor Mittal senza il coinvolgimento della cittadinanza e delle istituzioni locali e la Regione Puglia e il Comune di Taranto ritirino il ricorso al Tar per avviare una fase di confronto tra le istituzioni e tutte le parti interessate”.