Ilva, nuova Aia sotto i riflettori della Corte dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo
Il prof. Avv. Andrea Saccucci dello Studio legale internazionale di Roma che rappresenta un gruppo di tarantini davanti alla Corte dei Diritti dell’Uomo a Strasburgo nel ricorso contro lo Stato italiano per violazione, con le sue leggi “salva Ilva”, dei diritti alla vita, alla salute ed alla vita familiare dei tarantini, ha comunicato di aver inviato alla Corte europea le informazioni circa i nuovi accadimenti e precisamente il DPCM del 29 Settembre 2017 che ha valore di nuova AIA , le nuove indagini circa il traffico dei rifiuti tra Ilva e Cementir e il sequestro preventivo dei parchi loppa dell’altoforno dell’Ilva. Lo rende noto la prof.ssa Lina Ambrogi Melle, ex consigliere comunale, promotrice del ricorso collettivo alla CEDU e presidente del Comitato Donne e Futuro per Taranto Libera.
“Sebbene in questa fase procedurale, successiva alle repliche, non sia più possibile inviare memorie essendo conclusa la fase del contraddittorio – viene spiegato in una nota – il prof. Avv. Saccucci ha informato ugualmente la Corte dei nuovi fatti sopravvenuti ritenuti di particolare importanza che eccezionalmente possono essere presi in considerazione. Ebbene la Corte di Strasburgo ha accettato queste nuove osservazioni , anche se non era scontato. Così come l’avv. Saccucci aveva già ottenuto il 02 febbraio 2016 la trattazione “prioritaria” del nostro ricorso dopo appena 3 mesi dalla sua deposizione. Insomma fatti “ eccezionali” che ci rendono molto fiduciosi sull’attenzione della Corte dei Diritti dell’Uomo verso le nostre problematiche sanitarie ed ambientali. Attendiamo ora la sentenza della Corte europea con la speranza che qualcosa possa cambiare in questa sfortunata città imbrigliata nel ricatto occupazionale e condannata a subire un massiccio inquinamento che, secondo l’ordinanza della Magistratura del 26 luglio 2012, causa malattie e morti”.