Ilva, Fiom Cgil: Low carbon? Il nuovo bluff di ArcelorMittal e Governo
“In occasione dell’incontro tenutosi al MISE per il confronto sul piano ambientale, lo scorso 14 novembre, AM InvestCO ha semplicemente esposto quanto contenuto all’interno della nuova AIA approvata con il DPCM del 29 settembre, senza quindi enunciare alcuna novità in merito alla introduzione di innovazioni tecnologiche e soprattutto senza dare la possibilità ai sindacati di proporre modifiche al piano durante la trattativa”. Ne è convinto Francesco Brigati della segreteria provinciale della Fiom Cgil.
“Riteniamo inoltre assurdo – aggiunge il sindacalista – che tale discussione sia stata avviata solo dopo l’approvazione dello stesso DPCM senza un confronto preventivo che sarebbe dovuto avvenire, attraverso una conferenza dei servizi, con le istituzioni locali, regionali e con le associazioni che avevano presentato, con le osservazioni, alcune criticità importanti.
Abbiamo ritenuto il piano ambientale irricevibile e le risposte di Arcelor Mittal insoddisfacenti in quanto gli stessi non sono disponibili ad un confronto di merito sull’abbattimento di inquinanti, come benzoapirene e diossina, che andrebbe ad incidere su un piano industriale poco innovativo e basato sul mantenimento del vecchio ciclo integrale con il rifacimento di alcune batterie (cokerie) e degli impianti di agglomerazione. Ci troviamo nella classica situazione in cui si cambia tutto per non cambiare niente.
La Fiom Cgil in occasione dell’ incontro al MISE ha consegnato la precedente valutazione del danno sanitario ritenendo non più rinviabile un confronto di merito e aperto anche a possibili modifiche dell’ autorizzazione integrata ambientale del 29 settembre, oltre a verificare le possibili ricadute ambientali e sanitarie attraverso la VDS preventiva. Se Am InvestCO e il governo sono così convinti che il piano ambientale approvato sia il migliore lo mettano a disposizione degli enti competenti come ARPA, ASL e AReS vincolandone il giudizio definitivo alle risultanze della VdS.
Arcelor Mittal dopo il secco no alla domanda posta dalla FIOM sulla possibilità di introdurre gli impianti di preriduzione (DRI) ha nuovamente uscito il coniglio dal capello dichiarando che: “stiamo lavorando su una serie di tecnologie “low carbon””. Nessun impegno concreto quindi da parte di AM InvestCO che continua ad annunciare migliori tecnologie impiantistiche rimandandole al termine dell’applicazione dell’AIA, ovvero al 2024. Nel frattempo il ministro Calenda ha annunciato l’anticipo del processo di decarbonizzazione sul piano energetico nazionale al 2025, anticipando pertanto di 5 anni la scadenza, mentre per la siderurgia ha lasciato nelle mani della multinazionale il futuro di un settore strategico. È finito il tempo degli slogan e dei proclami. Nessuna aggiudicazione di Ilva può avvenire senza un reale cambiamento del ciclo produttivo”.