Ilva, Emiliano: se saranno accettate le nostre richieste, ritireremo l’impugnativa del DPCM
“La lotta congiunta dei sindacati, del sindaco di Taranto e della Regione Puglia ha portato al risultato che chiedevamo. Il ministro ha concesso il tavolo per Taranto che ci permetterà di discutere del piano ambientale, della salute dei tarantini, degli esuberi. Esiste finalmente una possibilità da parte dei lavoratori e delle loro rappresentanze istituzionali di agire congiuntamente per ottenere il massimo risultato sia dal punto di vista dell’occupazione che dal punto di vista della salute. Quindi sono soddisfatto”.
Con queste parole il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, al termine dell’incontro istituzionale convocato ieri a Roma, nella sede del Mise, su Ilva, ha commentato la decisione del ministro Calenda di accogliere la richiesta di includere al tavolo con i sindacati anche Regione Puglia e Comune di Taranto.
“Il gigantesco tavolo convocato oggi – ha proseguito oggi Emiliano – si divide ora in più tavoli, per Taranto, per Genova e probabilmente uno per Lombardia e Piemonte. L’azienda – ha detto in risposta alle domande dei giornalisti – ha presentato il suo piano, dichiarando di voler osservare nel dettaglio il DPCM e le prescrizioni del piano ambientale. Noi abbiamo presentato 26 pagine di osservazioni a quel piano ambientale e abbiamo chiesto che l’azienda cominci a studiarsele. Perché solo nel caso in cui le nostre richieste verranno soddisfatte con una modifica del DPCM acquisendo le nostre osservazioni, noi revocheremo l’impugnativa del DPCM che abbiamo già avanzato.
Siamo soddisfatti che il ministro finalmente abbia condiviso che la presenza della Regione Puglia e del Comune di Taranto al tavolo sia indispensabile per proseguire questa difficilissima trattativa. Ovviamente siamo al fianco dei lavoratori e dei cittadini, siamo al fianco di chi deve sopravvivere e far mangiare le proprie famiglie, ma anche dei bambini e dei cittadini di Taranto che evidentemente hanno sopportato e sopportano l’insopportabile.
Io non so se questa situazione l’Italia la conosce, ma tutti devono sapere che, ad esempio ieri, giornata in cui a Taranto ha piovuto molto, è sceso un fiume rosso verso il mare. I danni che questa azienda ha fatto negli anni alla salute e all’ambiente della Puglia sono senza misura. Si tratta probabilmente del più grande disastro ambientale continuato della storia italiana.
Ed io vorrei che poco alla volta questa considerazione fosse di tutto il Paese perché Taranto ha lavorato per l’Italia. Si dice oggi “per legge” che Taranto è uno stabilimento strategico per l’economia nazionale, ma lo era sin da prima, e la considerazione verso Taranto non c’è mai stata. Mi auguro che si possa cominciare un’epoca nuova. Allo stato però lo dico chiaramente, nel piano ambientale di Arcelor Mittal non si parla dell’eliminazione del carbone, ma solo della copertura dei parchi minerari. Noi consideriamo invece la decarbonizzazione un elemento insostituibile.
Quindi nel tavolo che si svolgerà presenteremo il nostro piano di decarbonizzazione dell’Ilva ad Arcelor Mittal sperando di riuscire ad ottenere il consenso su questo piano. Anche perché dovete immaginare che la copertura dei parchi minerari è come coprire settanta, ottanta campi di calcio con una struttura alta cento metri. Quindi una struttura che si vedrebbe dalla luna con un impatto ambientale enorme. Viceversa, il sistema decarbonizzato a gas non necessita di impianti di questo genere”.