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L’educazione ambientale a Taranto: una scommessa che va oltre Ilva ed Eni

Parlare di ecologia e ambiente a Taranto significa ragionare sui massimi sistemi che regolano il mondo. Per noi, modificazione del clima, effetto serra, inquinamento dei mari sono problematiche che vedono le nostre industrie direttamente coinvolte in quanto impattanti su scala mondiale per la quantità e qualità di emissioni nocive.

Diossine, IPA, polveri sottili, metalli pesanti, caratterizzazioni, bonifiche: sono questi solo alcuni esempi di argomenti presenti nelle pagine personali dei social di un gran numero di concittadini e sono stati temi molto sviluppati nella campagna elettorale delle ultime amministrative. Migliaia di tarantini che hanno partecipato in anni recenti alle manifestazioni di protesta contro l’inquinamento nel nostro territorio, conoscono molto bene il significato di termini tecnici, in genere riservati agli addetti ai lavori,  da noi diventati di utilizzo comune.

Wind day, per esempio, è una indicazione di attenzione ormai conosciuta da tutti e capita di ragionare di quest’allerta col barista o col vicino di casa, così come si fa normalmente per il calcio o la meteorologia. Nelle stesse scuole, in una città in emergenza ambientale come Taranto, l’inquinamento e ciò che esso comporta per la salute e per il territorio tende purtroppo a sottrarre spazio a progetti e insegnamenti di ecologia di base e difesa ambientale normalmente trattati in realtà diverse dalla nostra.

Che bello sarebbe se con i nostri figli o con i ragazzi delle scuole potessimo affrontare per esempio i percorsi di educazione ambientale suggeriti dal Ministero senza il fardello di un inquinamento diffuso già presente nel territorio e sul quale pesa l’impressione che poco possono incidere i comportamenti virtuosi individuali. L’educazione ambientale è un “Processo per cui gli individui acquisiscono consapevolezza ed attenzione verso il loro ambiente; acquisiscono e scambiano conoscenze, valori, attitudini ed esperienze, come anche la determinazione che li metterà in grado di agire, individualmente o collettivamente, per risolvere i problemi attuali e futuri dell’ambiente.”

Consapevolezza ed attenzione verso l’ambiente dicono le linee guida ministeriali: sono questi gli obiettivi che gli insegnanti dovrebbero raggiungere nel formare le coscienze dei futuri cittadini. Lo Stato avrebbe dovuto esercitare la stessa attenzione nel prevenire il verificarsi dei gravi danni ambientali nel nostro territorio. Bene fanno in ogni caso gli insegnanti che malgrado tutto affrontano temi quali il ciclo dei rifiuti, la tutela del suolo e delle acque, la tutela della biodiversità, l’alimentazione sostenibile. Un guaio sarebbe far passare nei ragazzi il concetto di territorio già troppo compromesso per la cui protezione non valga la pena impegnarsi.

L’ecologia e la tutela ambientale insegnano ad amare il territorio, la fauna e la flora e più in generale il rispetto per la natura e per i nostri simili. Un insegnamento spesso poco presente nelle generazioni precedenti alla nostra che hanno spesso fatto scempio di quanto la Terra offriva, pensando che le risorse a disposizione dell’uomo fossero infinite. Un comportamento tuttora diffuso nel nostro modello di società che non riesce a limitare il proprio impatto sull’ambiente.

Ecologia e difesa dell’ambiente per i ragazzi di Taranto: non un paradosso, ma una necessità essenziale per cambiare lo stato delle cose in un prossimo futuro. Insegnare il rispetto per animali e piante, per mare e suolo, responsabilizzando i ragazzi sull’impatto che ogni nostro comportamento genera nell’ambiente circostante, contribuirà a formare migliori cittadini, anche in una città ferita come la nostra da scelte scellerate. Un grazie sentito a tutti gli insegnanti ed esperti che giornalmente si impegnano affinché nei ragazzi delle scuole germogli il seme del rispetto per la natura, malgrado tutto.

Giuseppe Aralla

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