Comunicati

Melucci scrive al Ministro Calenda: “E’ tempo di un tavolo specifico per Taranto”

“Desidero esprimere a Lei ed ai colleghi dei Dicasteri in indirizzo l’apprezzamento personale dell’intera Comunità tarantina per la rinnovata sensibilità che il Governo sta dimostrando intorno alla vicenda così complessa. Non di meno, ho l’obbligo di ribadire formalmente la posizione del Civico Ente, già espressale in occasione del nostro incontro di Roma dello scorso 30 ottobre 2017, per altro ormai largamente condivisa dalla cittadinanza, cogliendo altresì occasione di offrirle alcune precisazioni sulle priorità di Taranto rispetto alla Sua nota del 07 novembre 2017”. E’ ciò che scrive il sindaco di Taranto, Melucci, in una lettera al ministro dello Sviluppo economico Calenda.

“Nella nostra missiva del 05 settembre 2017, a fronte di quasi 140 pagine di evidenze tecniche indipendenti – si legge – esprimevo una serie di perplessità che mi è apparso non essere tenuta in alcuna considerazione, fatto salvo l’annunciato anticipo della copertura dei parchi minerali, nella fase di redazione del nuovo Piano Ambientale, approvato con Dpcm soltanto pochi giorni dopo. Resto dell’idea che sul versante tecnologico, del cronoprogramma generale e sulla valutazione del rischio sanitario si possa pretendere maggiori garanzie dal procedimento di aggiudicazione dei vari compendi. La stessa UE, andando oltre la valutazione antitrust, ha mostrato di recente attenzione a questa problematica.

Ad oggi, il Comune di Taranto non possiede alcun dettaglio del Piano Industriale, che dal mio punto di vista può declinarsi efficacemente solo a valle delle valutazioni intorno all’ambiente ed alla salute, motivo per cui, a più riprese, ho dovuto rappresentarLe l’errore dell’assenza del Comune stesso e della Regione Puglia dalla trattativa sindacale. Qualunque risulti la determinazione finale degli esuberi diretti dello stabilimento di Taranto, il coinvolgimento degli Enti locali risulta essenziale per il coordinamento successivo di risorse e progetti intorno al ciclo delle bonifiche, che stentano ad entrare nella fase esecutiva, per la quale il Comune di Taranto torna a rivendicare l’istituzione di una trasparente ed efficiente cabina di regia, poiché la fase dei commissariamenti su ogni materia ci sembra essersi protratta troppo a lungo, risultando oggi del tutto ingiustificata in relazione ai risultati raggiunti.

In relazione al sofferente indotto si deve adottare una soluzione definitiva che contemperi le esigenze di salvaguardia della strategicità del sistema produttivo e delle competenze locali nell’ottica del Piano Industriale del proponente AM Investco Italy, oltre che di stralcio e saldo dei crediti vantati, senza ulteriori tergiversamenti e tecnicismi da parte del collegio commissariale. Con riguardo a quest’ultimo, avendo rilevato copiosi casi di incomprensione e rapporti deteriorati con l’indotto, i lavoratori, gli enti locali e la città tutta, in considerazione della permanenza della responsabilità di detto organismo sulla delicata materia ambientale, si ritiene ormai giunto il momento di un avvicendamento dei componenti, oltre che di un insediamento formale a Taranto.

Alla luce di tutto quanto sopra, attesa la varietà e importanza dei temi da trattare, nonché la assoluta peculiarità e rilevanza delle questioni afferenti il territorio tarantino rispetto a qualunque altro scenario collegato alle sorti del Gruppo ILVA, pur confermandoLe la più ampia, costruttiva e mai pregiudizievole disponibilità al dialogo, sono ad informarLa che il Comune di Taranto non aderirà all’adunanza odierna presso il MISE, che vede coinvolti all’incirca una trentina di soggetti istituzionali, ne siamo relativamente certi, senza alcuna concreta opportunità di discussione di tutte le istanze, né senza che siano stati, propedeuticamente, chiariti gli strumenti formali e vincolanti attraverso i quali tali istanze possano, eventualmente, essere accolte ed incidere, in maniera sovraordinata, rispetto a quanto sta avvenendo in questi giorni all’interno della mera trattativa sindacale, cioè nella cornice della attuale procedura di legge.

Resto, dunque, in attesa di conoscere modi e tempi per la convocazione di uno specifico Tavolo TARANTO, a Taranto, ove affrontare con serietà e serenamente l’argomento. In questo frangente, mi preme sottolineare che ove il Civico Ente non dovesse, nell’esclusivo interesse della propria Comunità, ricevere impegni scritti da tutte le Parti in causa conformi a quanto descritto alla presente, preferibilmente entro la data del 24 novembre 2017, mi vedrò costretto a proseguire sulla strada del ricorso al TAR del Lazio avverso il Dpcm dello scorso 29 settembre 2017”.

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