Si è da poco concluso presso il Ministero dello Sviluppo Economico, alla presenza del vice ministro Teresa Bellanova, il vertice previsto per oggi su Piano Ambientale per il Gruppo Ilva, tra i vertici aziendali rappresentati dal vice presidente Mattheieu Jehl, Marc Vereecke e Cristina Moro e Fim, Fiom, Uilm nazionali e territoriali. Il vice presidente Jehl ha illustrato i dati su salute e sicurezza del Gruppo a livello europeo dichiarando che ArcelorMittal in Europa ha mediamente un infortunio per milione di ore lavorate, mentre sul fronte delle emissioni dal 2007 il Gruppo è riuscito a ridurre in tutti i siti del Gruppo nel continente del 77% delle emissioni di polveri specifiche e una riduzione del 39% delle emissioni si SO2 attraverso investimenti per 1 mld$ complessivamente.
Il Gruppo possiede anche due competence center che si occupano della ricerca e studio ambientale, le cui best practice verranno messe a disposizione e implementate in tutti i siti Ilva. Secondo Arcelor il piano ambientale presentato oggi è in linea con le indicazioni dell’Aia del 2012 e con il DCPM 2017. Taranto, ha affermato sempre Arcelor, sarà la prima acciaieria integrata in Europa e tra le poche al mondo ad implementare, attraverso il pieno rispetto dei limiti sulle emissioni, le più rigide prescrizioni delle BAT (Best Available techniques) UE.
Nel corso della presentazione sono stati illustrati gli interventi di ambientalizzazione per macro-aree per un investimento complessivo di 1.15 Mld di euro dal 2018 fino al 2023 di cui 750 mln per il triennio 2018-2020 e 350 mln dal 2021 al 2023. Tra gli interventi principali è prevista la copertura dei parchi minerari (materie prime, zona coke e agglomerati) e i lavori partiranno dal 2018, prima della presa in possesso dell’Ilva da parte di AmInvestCo.
Ulteriori investimenti saranno incentrati sul trattamento delle acque piovane e industriali, inoltre è previsto l’impegno da parte di Arcelor alla recinzione con barriere frangivento dei parchi minerari secondari (Parco calcare). Entro il mese di maggio 2020 è prevista la chiusura dei nastri trasportatori (circa 20 km), ed entro la fine del 2018 la chiusura e messa in sicurezza degli edifici in cui vengono manipolate le materie prime. Illustrati gli interventi su coke e batterie che riguardano un investimento complessivo di 226 Mln di euro, mentre sugli altiforni investimenti per 65 Mln relativi allo smantellamento dell’AFO3 e all’adeguamento dell’ AFO5 dopo il 2020.
Particolare attenzione al tema della salute e sicurezza nei prossimi 6 mesi sarà presentato un piano di mappatura e rimozione dell’amianto in tutti i siti (Taranto, Genova e Novi Ligure) attraverso un investimento di 65 mln di euro. Per il segretario generale della Fim Cisl Marco Bentivogli: il piano ambientale è il perno di rinascita dell’Ilva ed strettamente legato al piano industriale la cui sostenibilità ambientale non può avere deroghe. Ci sono risorse e strumenti per centrare questo obiettivo, ora bisogna approfondire tutti i dettagli del piano e accelerare al più presto gli interventi a partire dalla copertura dei parchi minerari. I prossimi incontri sono previsti per il 27 novembre alle ore 18 con i commissari, sugli impegni commissariali, mentre il 28 novembre sono previste due sessioni su approfondimenti sul piano industriale la mattina e nel pomeriggio su quelli ambientali.
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