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Eni e cattivi odori, OdorTel: un valido supporto accantonato troppo presto?

TARANTO – Da “OdorTel” agli esaminatori di odori. Quanta acqua è passata da quando parlavamo di “OdorTel”, un progetto accantonato dopo tre anni (2013-2016) che aveva permesso ad Arpa Puglia di creare un collegamento tra le attività della Raffineria Eni e i cattivi odori che sovente ammorbano l’aria di Taranto.  Una criticità spesso snobbata rispetto alle problematiche sanitarie e ambientali legate all’Ilva.

Ma cos’era OdorTel a cui abbiamo dedicato, insieme al collega Gianmario Leone,  tanti nostri articoli? Si trattava di un progetto sperimentale di monitoraggio delle emissioni odorigene nella città ionica. Per la prima volta,  si potevano  gestire – in modo sistematico – le lamentele di molestia olfattiva segnalate dai cittadini ed ottenere informazioni sull’entità e la distribuzione del fenomeno odorigeno, da anni lamentato.

“I risultati ottenuti – si legge sul sito di Arpa Puglia – hanno costituito un valido supporto per l’autorità di controllo, in termini di comprensione del fenomeno ed individuazione del nesso causale fra percezione e sorgente. Le evidenze sperimentali, infatti, hanno fornito elementi indispensabili per l’attribuzione knowledge – based degli eventi odorigeni alla sorgente”.

L’attività progettuale, così come condotta fino al 2016, si è conclusa, ma Arpa Puglia assicura che “le attività di approfondimento, nonché di verifica e controllo, relative agli eventi odorigeni, sono tuttora in corso e continueranno ad essere attuate, in particolare con l’obiettivo di rimuovere e o minimizzare le sorgenti di tali sostanze. A questo scopo, si invitano i cittadini di Taranto ad inviare eventuali segnalazioni di molestia olfattiva, con indicazione di luogo, data e ora di percezione e del livello di intensità di odore percepito all’indirizzo: info@arpa.puglia.it“.

In verità, la conclusione del progetto OdorTel, seguita da polemiche e indagini sulla sua gestione (anche dal punto di vista economico), ha lasciato l’amaro in bocca a tanti, compresa l’associazione PeaceLink che il 16 maggio 2016, in un articolo a firma di Luciano Manna (leggi qui), affermava: “Non possiamo fare a meno del progetto OdorTel che si è rivelato fondamentale ed efficace nella documentazione prodotta durante gli anni di attività. Chi prova a delegittimare il coinvolgimento della popolazione nei progetti conoscitivi e partecipativi in materia ambientale non auspica l’elevazione culturale della popolazione tarantina che è l’unica potenziale protagonista del cambiamento della città di Taranto. Se tali delegittimazioni, poi, provengono oltre che da una “politica malata” anche da una frangia impazzita di soggetti apparentemente “vicini” all’ambiente allora vuol dire che anni di lavoro proprio di quella “politica malata” hanno ottenuto il loro risultato”.

Non è un caso che nel 2015 PeaceLink, abbia depositato presso la Procura della Repubblica di Taranto un esposto nei confronti dell’Eni contenente “un dossier relativo agli anni 2013, 2014 e parte del 2015 fornito di documentazione fotografica e video che attestano le emissioni della Raffineria, ed ancora più importante, di documentazione sanitaria comprendente referti medici di cittadini di Taranto che nei giorni in cui sono state accertate le emissioni odorigene da parte di Arpa Puglia si sono recate al pronto soccorso. Questo dossier inoltre si avvale dell’importante documentazione prodotta dal progetto OdorTel“.

Eppure, quel progetto è stato accantonato senza troppi scrupoli. Nel frattempo, Arpa Puglia ha deciso di avviare un’altra attività che prevede l’impiego di “esaminatori di odori” (leggi qui) presso il Laboratorio olfattometrico di Bari o in altra sede regionale dell’Agenzia. Sui risultati che produrrà questa nuova iniziativa, avremo modo di parlare in futuro. Resta il fatto che il progetto OdorTel si era rivelato piuttosto utile coinvolgendo oltre 60 recettori (cittadini che volontariamente avevano segnalato le puzze di gas o di altro tipo avvertite a Tarant0) e mettendo Arpa Puglia nelle condizioni di puntare l’indice contro le attività della Raffineria Eni quale responsabile delle molestie olfattive (leggi qui).    Situazione che secondo gli esperti dell’agenzia avrebbe subito un peggioramento con il progetto Tempa Rossa.

«Bisogna lavorare sulle cause: fenomeni fisiologici o criticità impiantistiche non ancora risolte»,  aveva dichiarato a Inchiostro Verde il dottor Roberto Giua nel corso di un incontro alla presenza dell’allora direttore generale di Arpa Puglia,  Giorgio Assennato, e del dottor Gianluigi De Gennaro  l’attuale situazione non ci fa essere ottimisti per il futuro, quando si realizzerà il progetto Tempa Rossa che prevede l’arrivo nella raffineria Eni di Taranto di petrolio proveniente dalla Val D’Agri particolarmente impuro e di bassa qualità”. 

In questi giorni, l’importanza del progetto viene rimarcata anche da un’altra fonte autorevole: Giuseppe Lo Presti, alla guida della Direzione generale per le valutazioni e autorizzazioni ambientali del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, in un’intervista pubblicata sul sito dellArpat Toscana: “Un interessante esperimento di coinvolgimento dei cittadini nei monitoraggi ambientali, è quello di ARPA Puglia con il progetto sperimentale di monitoraggio delle emissioni odorigene OdorTel nella città di Taranto. Tale sistema ha consentito, per la prima volta, di gestire in modo sistematico le lamentele di molestia olfattiva e di ottenere informazioni su entità e distribuzione del fenomeno odorigeno. Nella pratica i cittadini di Taranto sono stati invitati ad inviare tempestivamente all’ARPA le segnalazioni di molestia olfattiva, con indicazione di luogo, data e ora di percezione e del livello di intensità di odore percepito.  I risultati ottenuti, raffrontati con gli eventi emissivi della zona industriale, hanno costituito un valido supporto in termini di comprensione del fenomeno ed individuazione del nesso causale fra percezione e sorgente odorigena”.

Eppure, nel giro di tre anni, è stato sancito il “Game over” del progetto.

Alessandra Congedo

Direttore responsabile - Laureata in Scienze della Comunicazione all'Università del Salento con una tesi di laurea dal titolo “Effetti della comunicazione deterministica nella dicotomia industria/ambiente”, incentrata sulla questione ambientale tarantina. Ha collaborato con il TarantOggi, Voce del Popolo, Nota Bene, Radio Cittadella (SegnoUrbano On Air), Corriere del Mezzogiorno, Manifesto. Ha curato l’ufficio stampa del WWF Taranto per il progetto “Ecomuseo del mar Piccolo”. Il 21 novembre 2013 è stata premiata nella categoria “Giornalismo” nell’ambito della Rassegna Azzurro Salentino. Ha partecipato a "Fumo negli occhi", documentario sull'Ilva e sull'inchiesta "Ambiente Svenduto".

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Alessandra Congedo

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