Nonostante le temperature ancora elevate, si avvicina per molti automobilisti il momento di pensare a far montare le gomme da neve o, in alternativa, di ricordarsi di mettere le catene nel vano bagagli. Dal 15 novembre, infatti, su parte della rete stradale nazionale entrerà in vigore l’obbligo di circolare con la vettura equipaggiata con la cosiddetta dotazione invernale. Si tratta di una previsione contenuta nell’articolo 6 del Codice della Strada che riguarda principalmente le strade extraurbane, interessata da specifiche ordinanze da parte del gestore.
Lo scorso anno sono state circa il 30% del totale. In alcune regioni, come la Valle d’Aosta, l’obbligo è già scattato il 15 ottobre e vige su tutto il territorio amministrativo. In caso di inosservanza le Forze dell’Ordine possono applicare una sanzione pecuniaria da 85 a euro 338 (59,50 euro per pagamento entro 5 giorni). Con condizioni meteo difficili o previsioni avverse anche i sindaci possono con ordinanza imporre la circolazione nelle aree urbane con pneumatici da neve o in alternativa catene a bordo.
In questo caso la sanzione scende da un minimo di 41 euro a un massimo di 169 euro (entro 5 giorni 28,70 euro): sono esclusi i ciclomotori a due ruote ed i motocicli che in caso di neve o ghiaccio sulla strada o con nevicate in corso devono rimanere nel garage in quanto non possono circolare. Va ricordato che in entrambi i casi gli organi di controllo possono intimare all’automobilista di arrestare il veicolo, sino all’adozione di uno dei due dispositivi invernali previsti dal Codice. Stesso discorso vale per sulla rete autostradale, dove le prescrizioni sono indicate con apposita cartellonistica e riguardano nella maggioranza dei casi i tratti appenninici e alpini.
Le gomme ”winter” sono quelle marchiate sul fianco con la sigla M+S, dall’inglese Mud and Snow, fango e neve: sotto i 7 gradi offrono migliori performance rispetto alle estive per frenata e tenuta di strada, sia su asciutto sia su bagnato. Nelle versioni più ”tecniche” mostrano anche il simbolo della montagna con il fiocco di neve. La norma prevede che, in alternativa, è possibile mantenere le gomme estive nella stagione rigida ma in questo caso per poter circolare bisogna avere a bordo dei dispositivi antisdrucciolevoli, anche se fuori splende il sole, altrimenti in caso di controllo scatta la sanzione. Può trattarsi di catene da neve o delle cosiddette ”calze”, più facili da trasportare e montare, ma attenzione che siano omologate UNI 11313 oppure On V5117, altrimenti si rischia comunque la multa. Assogomma, l’associazione di Confindustria che rappresenta il settore gomma, e Federpneus, l’associazione dei rivenditori specialisti di pneumatici, tramite il sito www.pneumaticisottocontrollo.it hanno lanciato una campagna di sensibilizzazione, patrocinata dal Ministero dell’Interno, dei Trasporti e dall’Aci.
L’obiettivo è evidenziare l’importanza per la sicurezza dell’utilizzo delle gomme invernali. Per quello che riguarda le prestazioni – sottolineano – con temperature sotto i 7 gradi e fondo bagnato, gli M+S garantiscono spazi di frenata inferiori del 15% rispetto a pneumatici estivi. Sulla neve, con 0 gradi, a 40 km/h si arriva a frenate più corte del 50%. Sulle pagine Web del sito sono riportate tutte le ordinanze che impongono l’utilizzo di equipaggiamento invernale, suddivise per aree geografiche, oltre a informazioni in proposito di vario tipo.
A livello di costi, sempre da Assogomma evidenziano come un doppio treno di pneumatici comporti, certamente, una spesa aggiuntiva, anche per il montaggio e lo smontaggio, ma ”da questa operazione, apparentemente più onerosa, ne deriva una maggiore e più accurata manutenzione: si ottimizzano le pressioni di gonfiaggio e quindi le prestazioni di guida, con un effetto significativo nella riduzione del consumo di carburante, con vantaggi anche in termini di riduzione di emissioni nocive. Vale la pena di ricordare – concludono – che il 52% degli italiani circola con gomme sgonfie che producono un maggior consumo di carburante, accertato da più indagini, che va da un minimo del 3% fino ad oltre il 15%”.
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