Si è tenuto questa mattina l’incontro presso il ministero dello Sviluppo Economico con la multinazionale Arcelor-Mittal sulla questione Ilva. Critico il commento dell’Usb.
“L’incontro non solo non ha fornito elementi aggiuntivi al piano industriale presentato lo scorso 20 luglio, ma ha ulteriormente rafforzato la preoccupazione sulla reale volontà della multinazionale di investire sugli stabilimenti italiani del gruppo Ilva e di rilanciare sulla produzione e garantire gli impegni dal punto di vista ambientale – dichiara Sergio Bellavita, USB nazionale -. Abbiamo detto no all’avvio di una trattativa serrata pretendendo le discussioni su tutte le questioni che crediamo siano più importanti e preliminari all’avvio di un negoziato. In particolare le decisioni che riguardano l’antitrust che possono modificare il piano industriale e quindi gli impegni di Arcelor Mittal in Italia, gli impegni sul piano Ambientale e la procedura aperta dall’azienda che non è stata ritirata, ma semplicemente congelata, ovvero le condizioni che Arcelor Mittal impone per prendere gli stabilimenti, in particolare sul taglio del salario e la cancellazione dei diritti dei lavoratori.
Nella giornata di oggi non si è discusso sulla questione occupazionale, in quanto tutto è stato demandato in un prossimo confronto che vedrà la conclusione di questo tempo seduta e tematiche di approfondimento. Continuiamo a pensare che questa azienda non sia la soluzione per il gruppo Ilva, per l’Italia e per il settore della siderurgia che è fondamentale per la nazione – va avanti Bellavita-. Siamo solidali e complici con i lavoratori dell’Ilva di Genova che in questa settimana si sono mobilitati ricevendo anche una denuncia dai commissari Ilva. proponiamo a tutte le organizzazioni sindacali una mobilitazione di tutti lavoratori del gruppo”.
“Il piano di Mittal è ricco di contraddizioni e noi le abbiamo fatte esplodere al tavolo – racconta Francesco Rizzo, coordinatore provinciale USB-. Per l’ ennesima volta non ci hanno fornito documenti e noi abbiamo ribadito che non si può ragionare su slide o fotografie, ma che vogliamo visionare un piano industriale reale. questo comportamento rafforza la nostra idea che Mittal voglia acquisire solo le quote di mercato di Taranto, che fa gola sul piano logistico con la presenza del porto, e non è interessata minimamente a salvaguardare l’occupazione, la salute e l’ambiente. Da questo tipo di comportamento si evince anche la volontà di portare a dismissione lo stabilimento. Noi continuiamo a non fidarci Soprattutto perché in una partita così importante per Taranto non possono mancare le istituzioni locali, Ancora una volta escluse dal tavolo di confronto”.
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