Cessione Ilva, Fiom Cgil: chiediamo un dettagliato cronoprogramma degli investimenti
Si è concluso da poco l’incontro al Ministero dello sviluppo economico, alla presenza del vice Ministro Bellanova, delle organizzazioni sindacali e di AM InvestCO per un primo confronto sul piano industriale. AM InvestCO – spiega la segreteria provinciale della Fiom Cgil -ha illustrato le linee guida del piano industriale che si basano, per il piano di miglioramento, su quattro pilastri:
– Piano industriale
– Piano Ambientale
– Piano Commerciale
– Risorse Umane
La Fiom e la Cgil hanno posto l’attenzione su uno dei tre closing previsti per la vendita di Ilva, inerente la fase due dell’antitrust in relazione alla stessa acquisizione, e che indubbiamente, al di là delle rassicurazioni fornite da AM InvestCO, potrebbe incidere negativamente nel completamento della trattativa.
La Fiom Cgil ha ribadito che un tavolo così complesso non può ridursi ancora una volta ad una semplice presentazione di slide, è necessario infatti fornire del tempo per consentire un’attenta analisi delle criticità contenute nel piano industriale, precisando inoltre che AM Investco non ha consegnato al momento le slide in quanto potrebbero esserci problemi con l’antitrust. Chiediamo quindi, oltre alla consegna delle slide presentate in data odierna, un dettagliato cronoprogramma degli investimenti e un approfondimento degli stessi che dovrà necessariamente essere fatto nei territori con il coinvolgimento delle istituzioni locali e regionali.
La segretaria nazionale della Fiom Cgil, Francesca Re David, ha evidenziato che il piano industriale presentato, non introducendo innovazioni tecnologiche, è in perfetta continuità all’attuale ciclo produttivo presente all’Ilva di Taranto. Nella presentazione del piano industriale infatti non vi è stata alcuna evidenza di un eventuale impiego di nuove tecnologie nonostante nella nota del 5 giugno, diramata dal Ministero dello Sviluppo economico per ufficializzare la firma del decreto di aggiudicazione di Ilva, si precisava che AM InvestCO si sarebbe impegnata a valutare la possibilità di introdurre l’impiego della tecnologia DRI (impianto di preriduzione).
Riteniamo indispensabile che il Ministero dello Sviluppo Economico, così come fatto per le questioni salariali e occupazionali, chieda chiarimenti ad AM InvestCO e soprattutto pretenda l’applicazione degli impegni precedentemente assunti con Arcerol MIttal.
La FIOM CGIL ha inoltre ribadito la necessità di subordinare e vincolare i piani industriale e ambientale di AM InvestCO alle risultanze della valutazione del danno sanitario effettuata in conformità alla legge regionale n. 21 del 24 luglio 2012, al fine di analizzare nell’immediato eventuali criticità emerse dalla VdS ed effettuare tempestivamente le necessarie modifiche ai piani industriale e ambientale.