Intervenire sulla procedura che regola l’utilizzo, da parte dei commissari Ilva, del miliardo e 100 milioni ottenuto dalla transazione con i Riva e fare in modo che una piccola parte di queste risorse, da impiegare in lavoridi bonifica all’esterno del siderurgico, siano impiegati all’interno per avviare la cantierizzazione della copertura dei parchi minerali.
Ecco il passaggio da affrontare ora dopo che il 31 ottobre al Mise, il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ha annunciato, nel corso della trattativa tra AmInvestco e sindacati metalmeccanici, che il Governo vuole verificare la possibilita’ che siano i commissari Gnudi,Carrubba e Laghi a far partire il progetto della copertura parchi senza attendere il subentro in azienda di Am Investco, che potra’ avvenire solo dopo il via libera delle autorita’europee. E questo per anticipare i tempi su un’opera di bonifica molto attesa e che l’acquirente dell’Ilva si e’impegnato ad effettuare in 36 mesi dall’ingresso in azienda.
A quanto pare, non dovrebbe esserci bisogno di un decreto ad hoc ma solo di intervenire, d’intesa col Mise, su alcuni aspetti procedurali. Su quella somma avuta dai Riva dopo una lunga e complicata transazione (le risorse stavano all’estero, nelle isole Cayman, e solo da qualche mese sono rientrate in Italia), l’amministrazione straordinaria dell’Ilva ha infatti emesso delle obbligazioni sottoscritte dal Fug, il Fondo unico Giustizia, perche’ questo fu anche l’accordo trovato a suo tempo con la Magistratura che quei beni dei Riva aveva sequestrato.
L’utilizzazione del miliardo e 100 e’ pero’vincolata: i commissari devono servirsene per tutti i lavori di bonifica esterni al perimetro aziendale Ilva mentre l’ambientalizzazione interna della fabbrica, parchi minerali compresi, spetta ad Am Investco. Acquirente e amministrazione straordinaria hanno anche individuato i loro ambiti operativi, tant’e’ che e’ anche prevista la possibilita’ che i commissari impieghino nella bonifica da loro gestita coloro che non saranno riassunti da Am Investco.
Adesso, pero’, a fronte della possibile novita’ annunciata da Calenda, si tratta di fare un cambiamento. Non sarebbero aiuti di Stato perche’ si tratta di fondi privati; la finalita’ della bonifica e’ comunque salvaguardata; i commissari non spenderebbero i circa 400 milioni che servono a coprire i parchi ma solo una minima parte necessaria a mettere in sicurezza il sedime, e questo lavoro, inoltre, sarebbe pagato per stati di avanzamento; infine, Am Investco, una volta preso possesso dell’Ilva,restituirebbe all’amministrazione straordinaria quanto anticipato.
Il progetto della copertura dei parchi risale a fine 2013, quando l’allora commissario Ilva, Enrico Bondi, col sub, Edo Ronchi, affido’l’incarico all’impresa Cimolai. Che fece il progetto adesso recepito da Am Investco. La copertura ha dimensioni enormi: occupera’ un’area di 700 metri di lunghezza e 260 di larghezza. La copertura e’ simile a quella di un hangar: 40 arcate, ciascuna con una campata di 260 metri. Ogni arcata avra’ un’altezza esterna di 80 metri e interna di70 per consentire il movimento delle macchine bivalenti. Quest’ultime sono alte 40-45 metri e prelevano i minerali stoccati nei parchi per destinarli alla produzione dell’acciaio.
“Il progetto risale a fine 2013 ma sino al 2014 – osservano fonti aziendali Ilva – sulla copertura dei parchi minerali era praticamente tutto fermo. Non mancavano solo i soldi, ma anche tante altre cose. Da li’ si e’ poi snodato un iter che, sia pure nella sua complessita’, e’approdato al risultato di avere sia le autorizzazioni pronte, sia il progetto di copertura approvato con decreto del ministro dell’Ambiente, sia infine l’investitore che mette le risorse per fare l’intervento. L’Ilva in amministrazione straordinaria ha pagato anche gli oneri di urbanizzazione al Comune di Taranto e il decreto del ministro e’ un’autorizzazione a tutti gli effetti ottenuta grazie al meccanismo delle conferenze dei servizi. Tant’e’ che laddove – aggiungono le fonti aziendali -non e’ stata seguita questa strada ma si e’ andati attraverso il Suap del Comune, vedi l’edificio per i filtri a manica dell’agglomerato, l’iter e’ stato ancora piu’ complicato ed ha richiesto anche un passaggio in Consiglio comunale. Poi non dimentichiamo che affrontare tutta la parte preliminare alla copertura dei parchi, tra cui la caratterizzazione dell’area e la gestione dei cosiddetti fondi scavo, ovvero laddove si perfora il terreno per le analisi, non e’ stato per niente facile e solo l’ultimo Dpcm sull’Ilva ha definitivamente sbloccato una serie di protocolli operativi che erano rimasti in sospeso. Infine – osservano le fonti dell’Ilva – non dimentichiamo che Am Investco ha accettato il progetto che c’e’ gia’, e questo non comportera’ altre lungaggini, mentre Acciaitalia proponeva un suo progetto, il che avrebbe comportato rifare l’iter burocratico”. (AGI)
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