TARANTO – Cominciano a venire fuori encomi solenni e si formano gruppi di sostegno al sindaco Melucci per l’iniziativa di chiusura delle scuole dei Tamburi nei giorni di forte vento (Wind Day) e l’opposizione al Dpcm recentemente approvato e riguardante il piano ambientale di Ilva. Anche il Governatore della Puglia Emiliano sembra sposare la linea di Melucci e per questo viene osannato pubblicamente da più parti.
Chiariamo: il sindaco che chiude le scuole fa solo il suo dovere in quanto responsabile principale della salute dei suoi concittadini! Strano che non abbia fatto altrettanto il suo predecessore. Nulla di particolarmente eclatante, quindi, solo normalità in una città che normale non è. Il sindaco, inoltre, fa certamente bene a chiedere la pulizia delle strade del quartiere più vicino all’area industriale: è questo un obbligo che Ilva deve assolutamente rispettare.
Sono iniziative minime, direi quasi ovvie, ma certamente non sufficienti a ridurre in modo significativo il rischio sanitario. Studenti e abitanti del quartiere Tamburi continueranno, infatti, a respirare polvere di minerale e una spruzzata d’acqua sull’asfalto servirà soltanto a spostare gli inquinanti ai lati delle strade o nei terreni circostanti che potranno così ricevere una quota in più di metalli e quant’altro ha già gravemente compromesso i suoli.
Comunque, sono certamente valide queste mosse di Melucci che serviranno perlomeno a tenere alta l’attenzione sul caso Taranto anche a livello nazionale dopo anni di appiattimento istituzionale su posizioni poco reattive. Altro discorso merita l’annunciata impugnazione dell’ultimo Dpcm su Ilva al TAR del Lazio. Impugnazione annunciata appunto che vedremo se effettivamente troverà seguito in atti formali da parte dell’Amministrazione comunale. La sensazione, anche alla luce degli ultimi contatti tra il sindaco Melucci e il ministro Calenda (leggi qui) è che si stia verificando un riavvicinamento tra queste figure istituzionali che presto si incontreranno.
L’opposizione al decreto potrebbe rappresentare una svolta importante per rompere l’atavica sottomissione che gli amministratori di Taranto hanno spesso dimostrato nei confronti delle decisioni governative che riguardavano le vicende Ilva. Seguiremo quindi gli sviluppi e vi aggiorneremo anche su questo. L’eventuale invito ad una maggior rappresentatività ai tavoli istituzionali nazionali dell’amministrazione locale ha risvolti positivi e negativi.
Certamente Taranto sarebbe meglio rappresentata e chi ha potere decisionale a Roma potrebbe avere una conoscenza più diretta dei problemi e delle esigenze della nostra città. Il timore è che al sindaco possa mancare (non per incapacità personale) la forza politica necessaria per influire sulle decisioni finali. A quel punto, una amministrazione inserita nei processi decisionali entrerebbe a far parte di quel sistema che finora ha tollerato il disastro ambientale tarantino. E ovviamente non potrebbe agire in opposizione alle scelte che verranno compiute a livello centrale con il suo coinvolgimento. Al sindaco chiediamo, pertanto, di non cedere ai canti delle sirene romane e di procedere come un treno nell’iter di opposizione al Dpcm, così come ha annunciato solennemente nella giornata di ieri.
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