Esuberi Ilva, Bentivogli (Fim Cisl): pronti alla mobilitazione
“Abbiamo ricevuto da parte di AmInvestCo Italy S.r.l (ArcelorMittal) la comunicazione prevista dall’art.47 L.428/1990 per trasferimento d’azienda relativamente all’acquisizione del Gruppo Ilva e alle sue controllate (Ilva Milano, Genova, Novi Ligure, Racconigi, Taranto, Marghera, Legnaro, Paderno Dugnano – IlvaForm di Salerno, Taranto Energia – Ilva Servizi Marittimi di Genova e Taranto)”, scrive il segretario generale della Fim Cisl Marco Bentivogli.
“Secondo le dichiarazioni di AmInvestCo presenti nel documento relativamente al Piano industriale – spiega il sindacalista – c’è la volontà di implementare il Piano ambientale come previsto e approvato dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dello scorso 29 settembre scorso relativamente ai fini della completa attuazione delle prescrizioni contenute nell’autorizzazione integrata ambientale; investimenti per un rapido miglioramento degli impianti e della sua manutenzione compresi i programmi di investimento per altoforni e acciaierie; aumento della produzione dagli attuali livelli a 6MlnT per anno entro il 2018 con il mantenimento di questi livelli fino al 23 agosto 2023 a completamento del piano ambientale; dopo di che previsto aumento della produzione a 8MlnT.
Sull’occupazione, nel dettaglio 7.600 sarebbero impiegati a Taranto, 900 a Genova, 700 a Novi ligure, 160 a Milano, 240 in altri siti. Per un totale di 9.600 addetti. Quanto alle controllate sono previsti 160 dipendenti in forze a Ism, 35 a Ilvaform, 90 Taranto Energia. A cui aggiungere 45 dirigenti in funzione. A questi numeri si aggiungono i dipendenti francesi delle società Socova, Tillet che rientrano nel perimetro del gruppo.
Gli esuberi, come assicurato dal Governo, saranno impiegati nelle attività di ambientalizzazione del sito di Taranto gestito dall’Amministrazione Straordinaria. Dal punto di vista contrattuale, AmInvestCo dichiara di non tenere conto della continuità delle condizioni contrattuali dei lavoratori, fornendo su questo capitolo solo una generica disponibilità.
A due giorni dall’avvio del negoziato, se queste sono le condizioni di partenza, il piede è quello sbagliato. Ci si prospettano presupposti ancora più arretrati rispetto a quanto concordato tra l’acquirente e la gestione commissariale. Se tale approccio sarà confermato nell’incontro di lunedì è chiaro che il ricorso alla mobilitazione generale diventerà inevitabile. Alcuni stabilimenti inizieranno la mobilitazione già nelle prossime ore”.