Amianto in Ilva, Fiom: tempi troppo lunghi per la bonifica
L’emergenza amianto in Ilva, così come più volte denunciato dalla Fiom Cgil, non può attendere i tempi previsti dal piano ambientale presentato da AM InvestCO, così come indicati all’interno del decreto del 29 settembre con modifiche al Piano delle misure e delle attività’ di tutela ambientale e sanitaria. E’ quanto si legge in una nota che riportiamo di seguito.
L’articolo 13 del DPCM del 29 settembre 2017 dispone, infatti, che AM InvestCO debba presentare all’ISPRA, entro sei mesi dalla data in cui subentrerà nella gestione del sito, anche come affittuario, un programma di rimozione dell’amianto che tenga conto della mappatura presentata dai commissari straordinari e stabilisce che la realizzazione degli interventi sia attuata entro la scadenza dell’AIA prevista per il 23 agosto 2023.
Il governo non può pensare di gestire, con tempi così lunghi, un’emergenza ambientale e sanitaria così importante, considerando inoltre che all’interno di ILVA ci sono circa 4000 tonnellate di amianto censito ancora da smaltire e che il 93% dello stesso risulta essere a matrice friabile.
La Fiom Cgil, infatti, aveva chiesto, anche in occasione della presentazione delle osservazioni sull’AIA presentata da AM InvestCO, che fossero ridotti i tempi previsti per il completamento delle attività di bonifica amianto e la presentazione del piano di smaltimento di amianto del sito, in considerazione anche della concreta possibilità di rinvenire materiali contenenti amianto durante le attività manutentive e/o di demolizione di impianti.
L’amianto, infatti, rappresenta una grande criticità, sia in riferimento all’esposizione al rischio dei lavoratori sia in riferimento al rischio ambientale, aggravata dall’eventuale presenza di materiale contenente amianto non censito. La Fiom Cgil ha più volte ribadito la necessità di conoscere non solo la mappatura ma anche il piano di bonifica, incluso il cronoprogramma, i tipi e lo stato di amianto, i procedimenti applicati per la bonifica, il numero e i dati anagrafici degli addetti, le caratteristiche degli eventuali prodotti contenenti amianto e le misure adottate e in via di adozione per la tutela della salute dei lavoratori e dell’ambiente, al fine di verificare la possibilità di estendere i benefici previdenziali.
Ribadiamo inoltre la nostra contrarietà alle modalità con cui si è arrivati all’approvazione del piano ambientale di AM InvestCO, il governo ha infatti accelerato i tempi senza preoccuparsi di avere un confronto preventivo con tutti quei soggetti che, attraverso puntuali osservazioni, avevano rilevato ed evidenziato alcune criticità.