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Taranto: tra Lama e San Vito la natura offre un piccolo paradiso da salvare

TARANTO – Un vero e proprio tesoro naturalistico a due passi dalla città, anzi addirittura all’interno del territorio comunale, è quella piccola area di macchia mediterranea costiera rocciosa che si trova nel territorio di Lama. In particolare, alcuni tratti prospicienti la costa tra contrada Carelli e San Vito e tutta la punta rocciosa su cui insiste la batteria militare abbandonata di Saint Bon rappresentano una vera e propria area relittuale floraistica di quella che, fino a qualche decennio fa, era la tipica vegetazione che occupava la striscia compresa tra mare e terre coltivate.

Una striscia di terra che in gran parte del territorio comunale e provinciale si è assottigliata sempre più fin quasi a scomparire. Cementificazione abusiva e non, viabilità costiera, incendi hanno contribuito a distruggere ormai quasi del tutto un paesaggio unico per bellezza e biodiversità. Lentisco, cisto, pino d’aleppo, olivasto, cappero, erica, mirto, timo, origano selvatico sono solo una piccolissima parte delle innumerevoli specie vegetali che si possono ammirare percorrendo gli stretti sentieri che attraversano queste zone costiere a ridosso degli scogli.

Profumi e colori intensi ammaliano gli appassionati visitatori di queste aree che qui trovano un ambiente naturale davvero unico. Il periodo migliore per godere al meglio di questo spettacolo della natura è quello primaverile (per la ricchezza dei colori della macchia fiorita) e quello di fine estate-inizio autunno ( per i profumi delle piante aromatiche). Cespugli bassi, modellati dallo scirocco, capaci di trarre nutrimento e acqua dalla roccia sono l’emblema della capacità adattativa della Natura, quasi una metafora della lotta per la sopravvivenza della gente del Sud.

Bisogna proteggere queste piccole aree residuali di macchia costiera nel nostro territorio, prima che scompaia del tutto una ricchezza che non si potrebbe ricreare artificialmente. Ci vorrebbe un piano specifico del Comune di Taranto per valorizzare ciò che si è salvato finora in modo abbastanza fortuito. La mancanza di strade che attraversano queste fasce costiere comunali ha impedito di ridurre in discarica di inerti questi luoghi, così come sta già avvenendo in gran parte della litoranea tarantina. Il nostro appello vuol essere un modesto contributo alla sensibilizzazione delle autorità preposte alla protezione del paesaggio.

Giuseppe Aralla

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