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Ilva, restano dubbi sullo sversamento avvenuto al Canale 1 lo scorso 9 agosto

TARANTO – Ricordate lo sversamento davanti al Canale di scarico 1 dell’Ilva avvenuto lo scorso 9 agosto? Fu proprio il nostro sito, quella sera, a dare per primo la notizia in merito alla presenza di un’ampia coltre di schiuma biancastra (leggi qui). Sul posto erano intervenuti Capitaneria di Porto, Ecotaras e Arpa Puglia. Nei giorni seguenti eravamo tornati sull’argomento nell’attesa di raccogliere maggiori dettagli su quanto avvenuto in merito all’origine di quella schiuma e alla dinamica che aveva prodotto lo sversamento. Oggi, sul sito di Arpa Puglia è apparso il rapporto dell’Agenzia.

“In data giovedì 9 agosto 2017 – si legge –  personale del Servizio Territoriale di ARPA Puglia Dipartimento di Taranto, a seguito di segnalazione telefonica pervenuta alle 18:30 dalla Capitaneria di Porto di Taranto si è recato presso lo stabilimento ILVA in A.S. allo scarico denominato “ILVA Canale 1” e, in presenza di personale di ILVA Spa in AS, di Capitaneria di Porto Taranto, di ECOTARAS, ha riscontrato la presenza a mare di copiosa e persistente schiuma bianca allo stramazzo a mare del refluo proveniente da “ILVA Canale 1”.
Al momento del sopralluogo erano in corso operazioni di contenimento del materiale schiumoso da parte di n. 3 imbarcazioni Ecotaras tramite manovre di virata e spruzzo di acqua marina. Date le condizioni di scarsa visibilità causa crepuscolo non si è potuto procedere ad un efficace campionamento in condizioni di sicurezza. Nelle prime ore pomeridiane del 09 agosto 2017, quando ancora ILVA non aveva comunicato l’evento ad ARPA, la schiuma era invece presente anche l’interno del Canale 1 prima del refluimento in mare ed ILVA ha effettuato n° 2 campionamenti di propria competenza da ciascuna delle diramazioni del Canale 1 relativamente ai parametri azoto ammoniacale nitriti e tensioattivi, dalle quali non sono emersi superamenti dei limiti tabellari, come da successiva comunicazione della stessa ILVA.
Alle ore 23:30 ECOTARAS ha ancorato n. 2 panne mobili allo scopo di confinare la schiuma ancora presente a mare ed ha comandato proprio personale al presidio a terra e su imbarcazione presso il Canale 1 fino a conclusione dell’inquinamento in atto. Il giorno seguente, venerdì 10 agosto, ARPA ha effettuato un nuovo sopralluogo durante il quale non si rilevava più alcuna schiuma in superficie rendendo inapplicabile un campionamento sulla specifica matrice. Sul posto e nelle stesse ore era comunque presente anche la ditta Ecotaras S.p.A. che proseguiva le operazioni di contenimento con panne galleggianti a formare un arco di 180° per coprire tutto lo specchio d’acqua antistante il canale. Le barriere sono poi state rimosse nel tardo pomeriggio”.
Da questo verbale, non emergono sostanziali novità rispetto alle informazioni da noi già divulgate. Non si chiarisce quindi cosa sia realmente avvenuto. Viene confermato quanto già scritto dal nostro sito: il fenomeno si era verificato nel primo pomeriggio ma la comunicazione ad Arpa Puglia è arrivata con qualche ora di ritardo. Ciò avrebbe impedito di eseguire un “efficace campionamento in condizioni di sicurezza”. Il sopralluogo effettuato da Arpa Puglia la mattina dopo si è rivelato poco utile in quanto la schiuma si era già dissolta. Fonti Arpa ci avevano rivelato l’intenzione di segnalare questo ritardo all’Ispra, l’ente che vigila sul rispetto delle prescrizioni Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale). L’azienda, infatti, è tenuta ad avvisare immediatamente gli organi di controllo quando si verificano determinati eventi. Resta da capire cosa ha determinato questo ennesimo problema sfuggito al controllo dell’Ilva. Gli approfondimenti sarebbero ancora in corso. Ma tali incidenti  rischiano di ripetersi ancora se l’Ilva non provvederà a dotare il Canale 1 di un adeguato sistema di trattamento delle acque. Leggi qui tutti i nostri articoli sullo sversamento del 9 agosto: https://www.inchiostroverde.it/?s=sversamento
Alessandra Congedo

Direttore responsabile - Laureata in Scienze della Comunicazione all'Università del Salento con una tesi di laurea dal titolo “Effetti della comunicazione deterministica nella dicotomia industria/ambiente”, incentrata sulla questione ambientale tarantina. Ha collaborato con il TarantOggi, Voce del Popolo, Nota Bene, Radio Cittadella (SegnoUrbano On Air), Corriere del Mezzogiorno, Manifesto. Ha curato l’ufficio stampa del WWF Taranto per il progetto “Ecomuseo del mar Piccolo”. Il 21 novembre 2013 è stata premiata nella categoria “Giornalismo” nell’ambito della Rassegna Azzurro Salentino. Ha partecipato a "Fumo negli occhi", documentario sull'Ilva e sull'inchiesta "Ambiente Svenduto".

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