Magna Grecia patrimonio dell’Unesco: la Calabria già si muove e Taranto che aspetta?

Può il turismo divenire fondamentale per uno sviluppo futuro di Taranto? Se ne parla da tanto, spesso in modo generico e superficiale, contando sulla sola forza attrattiva della nostra città, senza prevedere che il successo turistico di una meta debba essere costruito mediante un vero e proprio progetto complesso che utilizzi criteri scientifici e quindi razionali.

Taranto ha bisogno di uno sponsor che possa promuoverla a livello mondiale come città meritevole di diventare meta turistica internazionale. Taranto da sola non ce la può fare: nessun turista arriverà dagli Stati Uniti o dal Giappone esclusivamente per visitare il museo MarTa, per quanto ricchissimo di tesori, o il Castello Aragonese o per trascorrere una settimana di mare sulla nostra Litoranea.
Già adesso i turisti che visitano la nostra città giungono tramite tour operator che propongono circuiti culturali ed eno-gastronomici nell’ambito dei quali Taranto è solo una tappa spesso molto fugace.

Per promuovere Taranto ci vorrebbe un’operazione al livello di quella che ha portato Matera a divenire Capitale della Cultura europea 2019: un traguardo raggiunto attraverso un cambiamento di mentalità e utilizzando al meglio le risorse del territorio. Quale chiave potrebbe essere vincente per Taranto? Certamente il suo passato di città della Magna Grecia, principale o addirittura unica colonia spartana nel sud Italia, centrale per il commercio e per la produzione coroplastica votiva e per la lavorazione di ori e argenti.
Oltre cinquanta anni di attività dell’Istituto per l’archeologia e la storia della Magna Grecia, con sessioni congressuali riferimento per gli studiosi dell’antichità provenienti da tutto il mondo, sono d’altronde il miglior biglietto da visita per la nostra città.

In un interessantissimo articolo di Damiano Laterza sul magazine Atlante edito da Treccani (leggi qui) si suggerisce proprio un percorso legato alla ricchezza dell’offerta archeologica delle ex colonie greche del Sud Italia per promuovere il turismo in queste zone. In particolare Laterza individua nell’UNESCO il motore propulsivo per attrarre visitatori. I luoghi e le città che conservano testimonianze della Magna Grecia ancora visitabili dovrebbero consorziarsi per tentare di entrare tra i siti UNESCO patrimonio dell’umanità.
Crotone, Sibari, Siri, Metaponto, Taranto Locri, Reggio Calabria: tutte insieme potrebbero proporre un’offerta unica e irripetibile ai turisti attratti dal “brand” UNESCO che altrimenti difficilmente deciderebbero di visitare singoli luoghi.

In parallelo all’offerta turistica, Laterza suggerisce anche lo sviluppo dell’offerta culturale e di studio. Nelle nostre città potrebbero sorgere facoltà di matematica e filosofia, dei veri e propri centri mondiali ispirati a quello che fu il pensiero pitagorico e quello di altri scienziati e filosofi che dettero il via alla corrente razionalista. La ex Magna Grecia un vero e proprio laboratorio di idee ricco di testimonianze archeologiche: potrebbe essere questa la via di sviluppo del nostro territorio per uscire dalla crisi economica e per trovare una alternativa alla sola industria (inquinante). Certamente questo percorso suggerito nell’articolo di Laterza non sarebbe facile e neanche breve.

Essenziale sarebbe destinare investimenti a lungo termine e soprattutto il coinvolgimento della popolazione che dovrebbe sentirsi parte integrante del progetto. Entrare tra i siti UNESCO è impresa non facile che richiede anni di impegno e redazione di dossier molto particolareggiati e completi sui luoghi oggetto di valutazione da parte dell’ente internazionale. Ma la fatica, se giungesse a buon fine, ripagherebbe senz’altro in termini di rientro economico sotto forma di turismo e fondi internazionali per la salvaguardia dei siti. Qualcuno si sta già muovendo in questi giorni.

Proprio oggi, il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, ha inviato agli uffici preposti del Mibact la richiesta al ministro Franceschini di un tavolo d’ascolto per l’avvio del progetto “Magna Grecia” (leggi qui). Un sogno per Taranto? Le potenzialità per sviluppare un’idea del genere ci sono senz’altro, ma bisognerebbe crederci seriamente puntando in investimenti per il futuro e cultura. Ma abbiamo una classe dirigente all’altezza di un progetto simile?

Di fronte ad un neo sindaco che come prima mossa ufficiale del suo mandato incontra i vertici della grande industria, il pessimismo ci assale e tenderemmo piuttosto a sperare in un progetto che partisse dal basso, bypassando istituzioni chiuse in una visione limitata alla solita piccola e misera politica industriale. Una nota infine ad una iniziativa che grande successo sta ottenendo a Taranto: la Spartan Race.

Una iniziativa del genere, più spostata verso l’aspetto di business legato al brand Sparta, ben si accosterebbe ad un progetto di più ampio respiro culturale che farebbe Taranto meta sicuramente centrale di un tour della Magna Grecia. Uniremmo cioè utile e dilettevole: un cambiamento epocale del ruolo di Taranto che diverrebbe luogo centrale per il culto della antica Grecia e luogo di riferimento per l’attività ludica a questo collegato.