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Turismo nautico, museo storico e centro benessere: l’Isola di San Paolo in una tesi di laurea

TARANTO – E’ da anni che auspichiamo il recupero dell’Isola di San Paolo, gioiello dell’arcipelago Cheradi, relegato all’abbandono per l’incapacità delle istituzioni locali e nazionali di valorizzare quanto di buono c’è sul territorio ionico. Nei giorni scorsi, su segnalazione dell’amico Max Perrini (leggi qui), abbiamo scoperto con grande piacere che una giovane studentessa tarantina, Alessandra Tomaselli, ha realizzato una tesi di laurea in Architettura che ha per oggetto proprio il restauro e la valorizzazione del complesso di edifici situati sull’isola. A lei abbiamo chiesto di raccontarci la sua proposta. Non manca un bel tuffo nella storia. Il tutto nella speranza che questo contributo serva a riaprire un confronto serio sul futuro di un bene dimenticato e depredato. Buona lettura!

L’Isola di San Paolo è una delle isole Cheradi, il secondo arcipelago pugliese, situato nel golfo di Taranto, a chiusura della rada che delimita il mar grande, costituito da tre isole, San Pietro, San Paolo e San Nicolicchio. L’importanza storica dell’isola di San Paolo dal punto di vista militare risale agli inizi del 1801, quando Napoleone inviò un suo Ammiraglio, Pierre Ambroise De Laclos, a fortificare l’isola. Nel corso degli anni furono edificati e demoliti anche due fari di differente stile e per un lungo periodo l’isola fu abbandonata.

Nel 1887, a difesa dell’Arsenale furono realizzate le fortificazioni sull’isola di San Paolo. La prima fu la Torre Corazzata Umberto I, affiancata dalla batteria dell’Ammiraglio Aubry ed un’ampia caserma. Successivamente vi furono collocate anche altre due batterie a tiro rapido, ma i colpi di cannone erano ostacolati dal forte Laclos, che fu distrutto ed il cui materiale fu utilizzato per riparare l’isola dalle correnti del golfo. Nel corso del 1900 furono abbandonate e vi furono costruiti vari edifici ad uso militare e marittimo.

Ad oggi è un possedimento della Marina Militare in stato di abbandono. L’attuale fortezza, la Torre Corazzata Umberto I ha una sua gemella, realizzata antecedentemente sull’isola di Palmaria, a La Spezia.

L’isola è occupata da vari edifici:

– i due capannoni di grandezza elevata con copertura in capriate in acciaio;

– la Torre Corazzata Vittorio Emanuele II (già Umberto I) costituita da una fortezza centrale, dove vi è la cupola corazzata protetta da muri spessi 5 m, è circondata da un fossato a cielo aperto e da altre batterie;

– la batteria dell’Ammiraglio Aubry e dei dormitori, annesse alla corazzata.  Nella batteria vi è un cortile di accesso alle varie stanze ed una rampa che porta alle batterie a tiro rapido disposte al piano superiore. Essa è quasi interamente protetta sul fronte esterno alla rada da un terrapieno alto circa 4 m. Mentre al’interno del bacino vi è un porto riparato con un banchina già adibita all’attracco delle imbarcazioni.

– le caserme di età più recente sono in stile totalmente differente rispetto a quelle precedenti. Sono nate per necessità di nuovi alloggi per gli ufficiali e per nuovi spazi ad uso comune.

La facciata della Torre Corazzata è caratterizzata da un’apparecchiatura muraria differente rispetto al resto del prospetto, il quale è caratterizzato da una muratura irregolare. Le aperture sono messe in risalto da un bugnato ciclopico usato anche come basamento e cornicione. Nelle finestre si possono ammirare le particolari lavorazioni in metallo che serrano le finestre.

I due portali principali presentano una dedica, quella a Vittorio Emanuele II che ormai è andata persa e quella all’Ammiraglio Aubry che è ancora in parte leggibile. Questo sta ad evidenziare la volontà architettonica all’interno di una struttura militare. Non vi sono grandi danni alla struttura, infatti vi è soprattutto l’azione di depositi superficiali. La presenza dell’umidità, della vegetazione e dell’uomo sono le peggiori nemiche che stanno degradando le murature in superficie.

LE IPOTESI DI VALORIZZAZIONE

L’analisi delle criticità e potenzialità dell’isola è la fase preliminare per la definizione di un progetto di riuso e valorizzazione della struttura nella sua unità architettonica in relazione con il contesto paesaggistico. Grazie alla vastità dell’isola è stato possibile ottenere una pluralità di funzioni e di percorsi sia pedonali che ciclabili. Un Museo Storico all’interno dell’area dei capannoni che si estende sia all’interno che all’esterno, studiato per ospitare più eventi contemporaneamente. Riqualificazione del porto con l’aggiunta di servizi come bar e spogliatoi e l’ampliamento del molo attrezzato ad ospitare imbarcazioni private e pubbliche. Un hotel con centro benessere all’interno della fortezza, utilizzando la sua attuale disposizione interna.

Ogni spazio ha la sua funzione. Il centro benessere è interamente racchiuso nella parte centrale della torre corazzata. I percorsi benessere riprendono i percorsi dei carrelli delle munizioni. Mentre per quanto riguarda le camere e i luoghi di aggregazione sono distribuiti intorno al cortile o con affaccio sul mare. Le ex caserme sono state pensate per soddisfare le esigenze di una clientela amante degli sport legati al mare. La
più grande è destinata a foresteria con ristorante ed uffici. La seconda ospita delle sale corsi e l’ultima ospita locali di vendita e riparazione delle attrezzature, in modo da avere una risposta completa per ogni necessità e target.

Il progetto persegue l’incremento del turismo nautico, includendo varie categorie di turisti e un’offerta di servizi plurimi, destinati a tutti gli amanti del mare e non ad una cerchia d’elite. In conclusione, la proposta di progetto vuole evidenziare la vastità dell’isola e la sua ricchezze nell’articolazione di spazi sia interni ed esterni che essa offre per la città, predisponendosi ad ospitare una pluralità di funzioni e quindi a diventare un’attrattiva, oltre che turistica, ma anche per gli stessi cittadini, inconsapevoli delle bellezze che li circondano.

Alessandra Tomaselli (architetto)

admin

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