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Fos-sur-Mer e Taranto: due città gemellate da ArcelorMittal e veleni vari

TARANTO – In un mondo in cui le informazioni viaggiano a velocità sorprendente accade che alcune notizie facciano fatica ad essere divulgate. Solo pochi mesi fa, fra febbraio e marzo 2017, sia “Le Figaro” che altri giornali francesi hanno pubblicato una notizia  allarmante riguardante la località di Fos-sur-Mer che dovrebbe interessare anche i tarantini. “Rtl” titolava: “A Fos-sur-Mer c’è il triplo dei tumori che altrove”, mentre “Ladepeche” parlava di “polvere nera e tumori”. In Italia tutto ciò non ha avuto risalto.

Perché è così importante parlare di questa cittadina situata nel sud della Francia? Qui, nei pressi della foce del Rodano, ha sede un impianto siderurgico fondato nei primi anni Settanta. Si tratta di una delle due principali acciaierie francesi ed appartiene ad  ArcelorMittal, il colosso della siderurgia mondiale che sta acquisendo l’Ilva di Taranto. 

Tra Fos-sur-Mer e Taranto sembrano esserci inquietanti similitudini legate proprio alla presenza di una grande acciaieria ed altre fonti di inquinamento industriale. Basta tradurre l’articolo de “Le Figaro” per rendersene conto. Secondo uno studio indipendente FOS EPSEAL, finanziato dall’Agenzia per la sicurezza sanitaria nazionale (ANSES), condotto dal giugno 2015 a Port-Saint-Louis-du-Rhône e  Fos-sur-Mer, da ricercatori americani e francesi, il 63% della popolazione intervistata ha riportato almeno una malattia cronica contro il 36,6% in Francia.

I risultati mostrano un’evoluzione “dell’asma cumulativa negli adulti” (15,8% di prevalenza contro il 10% in Francia), e del “cancro” con una prevalenza grezza del 12%, standardizzato al 10,5% contro il 6% in Francia. Il fardello è particolarmente pesante per le donne: il 14,5% di loro ha avuto il cancro, contro il 5,4% delle donne in Francia. Infine, il diabete (di tutti i tipi) è presente in un numero doppio di persone (11,6% contro il 6% nel resto del dell’esagono).

“Questi sono risultati da prendere molto sul serio”, ha detto Yolaine Ferrier, responsabile per lo studio FOS EPSEAL e antropologo presso il Norbert Elias Center di Marsiglia, contattato da “Le Figaro”.  Situate in una delle zone più industrializzate d’Europa, le due città francesi sono particolarmente esposte all’inquinamento da stagno di Berre. Poi, oltre alle raffinerie e agli altiforni di ArcelorMittal, in zona ci sono impianti di trattamento dei rifiuti ed industrie chimiche.

“Ci sono oltre un centinaio di inquinanti atmosferici che interagiscono provocando un effetto ‘cocktail'”, ha detto Yolaine Ferrier. Proprio come accade a Taranto, città anch’essa gravata dalla presenza di un siderurgico, una raffineria ed inceneritori. Lo studio è stato condotto in due fasi. Da giugno a dicembre 2015, i ricercatori sono andati porta a porta in entrambe le città e hanno fatto 816 interviste. In seguito alla comunicazione dei primi risultati, a dicembre 2016, sono stati istituiti laboratori di analisi. Una metodologia usata per la prima volta in Europa e importata dagli Stati Uniti che coinvolge i residenti.

“Finalmente abbiamo uno studio che mostra la verità sulla salute dei cittadini di entrambe le città. E’ da più di 15 anni che si dice che siamo inquinati ma finora lo Stato ha sempre cercato di sdrammatizzare la situazione. C’è naturalmente un interesse economico dietro ma non deve essere a scapito della salute pubblica”, ha detto a “Le Figaro” Daniel Moutet, presidente dell’associazione Littoral Fos, che chiede allo Stato di prendere in considerazione questi risultati al fine di attuare misure per ridurre l’inquinamento nella zona.

Un secondo studio è stato lanciato a settembre scorso dall’Istituto eco-cittadino per la consapevolezza sull’inquinamento (IECP)“Si arriva all’improvviso  a due importanti studi su un territorio che lo richiede da più di 40 anni. Questo studio determinerà la natura e la quantità di sostanze inquinanti nel corpo degli abitanti della zona rispetto ad una popolazione di controllo”, spiega Philippe Chamaret, direttore dell’IECP. Sarà complementare a quelli finanziati da ANSES. I ricercatori esamineranno campioni di sangue ed urine.

“Siamo in contatto con loro e riuniremo i nostri risultati in uno studio congiunto”, ha annunciato Yolaine Ferrier. I primi risultati sono attesi per il terzo trimestre 2017. Si tratta di primi passi verso un riconoscimento della gravità della situazione. Finora le istituzioni francesi hanno fatto spallucce ritenendo che le preoccupazioni espresse dai cittadini fossero solo parole prive di basi concrete. Ora, in presenza di dati così allarmanti, ci si aspetta ben altre reazioni.

Alessandra Congedo

Direttore responsabile - Laureata in Scienze della Comunicazione all'Università del Salento con una tesi di laurea dal titolo “Effetti della comunicazione deterministica nella dicotomia industria/ambiente”, incentrata sulla questione ambientale tarantina. Ha collaborato con il TarantOggi, Voce del Popolo, Nota Bene, Radio Cittadella (SegnoUrbano On Air), Corriere del Mezzogiorno, Manifesto. Ha curato l’ufficio stampa del WWF Taranto per il progetto “Ecomuseo del mar Piccolo”. Il 21 novembre 2013 è stata premiata nella categoria “Giornalismo” nell’ambito della Rassegna Azzurro Salentino. Ha partecipato a "Fumo negli occhi", documentario sull'Ilva e sull'inchiesta "Ambiente Svenduto".

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Alessandra Congedo

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