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Foce Galeso ancora inquinata, Legambiente: quando parte la bonifica del Mar Piccolo?

I tecnici della Goletta Verde, la storica imbarcazione di Legambiente che da oltre 30 anni, ogni estate, naviga lungo le coste italiane per monitorare la salute del mare e dei litorali, denunciare abusi e illegalità, promuovere buone pratiche di gestione dei territori, sono tornati a esaminare le acque del mar Piccolo e, precisamente, la foce del fiume Galeso. Di seguito la nota di Legambiente Taranto sugli esiti delle analisi.

Lo avevano già fatto tre anni fa, nel 2014. Oggi – come allora – il risultato dell’esame del campione di acque prelevato è stato identico: inquinato. I prelievi e le analisi di Goletta Verde sono stati eseguiti dal laboratorio mobile di Legambiente il 18 luglio. I parametri indagati sono microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli) e sono considerati come “inquinati” i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010).

Oggi come allora ciò che caratterizza il Galeso, questo nostro fiume lungo meno di un chilometro, considerato un tempo di vitale importanza sia come risorsa idrica che economica, non sono più le “dolci acque” cantate da Orazio, ma liquami dove bagnarsi sarebbe un rischio e  sponde che si presentano in uno stato di grave degradooggetto di perenni e mai realizzati progetti di recupero dell’area.

Il recupero del Galeso e la bonifica del Mar Piccolo sono due facce della stessa medaglia: studi tanti, interventi pochi o nullaEppure per la bonifica del mar Piccolo degli stanziamenti ci sono, ammontano ad alcuni milioni di euro: probabilmente insufficienti – considerato il grave stato di contaminazione dei sedimenti accumulati sui fondali e la persistente presenza di scarichi superficiali inquinanti – ma comunque utili a contribuire in maniera determinante alla rinascita del mare interno di Taranto.

Torniamo a ripeterlo ancora una volta: a distanza di oltre 4 anni e mezzo dalla nomina del primo commissario alle bonifiche, l’ing. Alfio Pini,  e di tre da quella dell’attuale commissario, la dottoressa Vera Corbelli, recentemente confermata nel suo incarico, per il mar Piccolo non è cambiato nulla, non solo per quel che riguarda il gravissimo inquinamento dei fondali, ma anche per quello di origine organica: l’esito delle analisi effettuate dai tecnici della Goletta Verde alla foce del Galeso sta lì a dimostrarlo.

Eppure l’elenco degli interventi previsti per il Mar Piccolo, presente sul sito del Commissario alla bonifica di Taranto è lungo: si va dalla bonifica e riqualificazione ambientale delle sponde (e quelle del Galeso sono sicuramente meritevoli di attenzione e di tempi di realizzazione non biblici), alla rimozione dei rifiuti antropici presenti sui fondali (oggetto per due anni di continui annunci e poi caduta apparentemente nel dimenticatoio, senza una sola parola di spiegazione sulle cause del rinvio), dagli interventi per la mitigazione degli impatti derivanti dagli scarichi superficiali e per l’abbattimento delle fonti di contaminazione, ai veri e propri interventi di bonifica e/o di messa in sicurezza dei sedimenti che, contenendo materiali tossici , possono danneggiare la salute umana e l’ambiente. Non manca la Tutela, monitoraggio e traslocazione di specie (l’unica su cui qualcosa di concreto è stato realizzato) e persino la possibile rimozione del tristemente famoso Mercato Ittico Galleggiante.

Finora, però, ad essere imponente è stata solo l’azione di studio di cui, fatto salvo quello condotto da ARPA Puglia poi ritenuto insufficiente dal Commissario, non si conoscono ancora gli esiti, neanche parziali e, con essi, le valutazioni relative ai possibili interventi da realizzare. Tutto resta rigorosamente segreto, seppellito dal silenzio.

Non è neanche mai stata resa di dominio pubblico una eventuale data in cui si potrà passare alla conoscenza di tutti questi ponderosi lavori (che fanno seguito agli importanti contributi già forniti da ISPRA, CNR, ARPA Puglia negli ultimi dieci anni), prendere visione delle soluzioni proposte, delle opportunità e dei problemi che ognuna di esse probabilmente porterà con sé, e discuterle in una relazione proficua con il futuro immaginato per il Mar Piccolo dalla collettività tarantina.

A che punto è l’individuazione della provenienza degli scarichi abusivi? Quando comincerà effettivamente la rimozione dei rifiuti e la manutenzione delle aree degradate previste dal Progetto Verde Amico? Quando saranno liberati i fondali del mar Piccolo dalle carcasse di auto, natanti, fusti metallici, pneumatici e cassonetti che lo occupano? 

In che data saranno resi pubblici studi e valutazioni? Noi torniamo a sollecitarla questa data e, con essa, il momento delle scelte e di un cronoprogramma degli interventi concreti. Crediamo sia venuto il momento di rendere disponibile ai cittadini e alle istituzioni di Taranto la possibilità di decidere il proprio futuro, di passare dalla città dell’acciaio a quella che, almeno in embrione, possa essere la città delle bonifiche. Crediamo sia venuto il momento in cui la foce del Galeso torni ad essere una delle “Delizie Tarantine” celebrate da Tommaso Niccolò D’Aquino,  un piccolo paradiso a disposizione di tutti noi.

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