Riceviamo e pubblichiamo le dichiarazioni dei Portavoce M5S Taranto Francesco Nevoli e Massimo Battista sull’incontro di ieri al MISE per la trattativa di acquisizione Ilva.
L’incontro di ieri al MISE tra i manager di AM Investco e sindacati ha prodotto solo un rinvio a settembre per la trattativa di acquisizione dell’Ilva. ArcerolMittal ha confermato 10 mila dipendenti e oltre 4 mila esuberi e poi, con una serie di slide, ha illustrato genericamente il piano industriale 2018-2023.
Quello che assolutamente non ci convince sono le dieci milioni di tonnellate di acciaio che, nelle intenzioni del gruppo acquirente, la fabbrica dovrebbe produrre quando viaggerà a regime. Non prima che riparta AFO5 e che vengano realizzati gli interventi ambientali, sempre secondo ArcerolMittal.
L’Ilva, quando era ancora Italsider ed era in mano allo Stato, toccò nei primi anni ottanta una produzione record di quasi 9 milioni di tonnellate. Livelli mai più raggiunti. Livelli che per la popolazione di Taranto significa grave rischio per la salute. Non è più ammissibile, i cittadini e gli operai non possono continuare a subire i danni che i veleni di quello stabilimento provocano. L’Ilva non potrà mai essere ecocompatibile. Per questo crediamo che AM Investco venga qui solo per acquisire quote di mercato. E perché, quindi, il Governo ha scelto ArcerolMittal, quali sono i parametri del decreto di vendita?
I sindacati a Genova difendono con i denti l’Accordo di Programma che nel 1999 ha permesso la chiusura dell’area a caldo di Cornigliano, mantenendo gli stessi livelli occupazionali e di reddito per i lavoratori. A Taranto, invece, si difendono gli ammortizzatori sociali.
Il M5S chiede un Accordo di Programma per Taranto, basato sul modello normativo di Genova, ma che porti alla chiusura di tutte le fonti inquinanti, bonifica e decontaminazione con l’utilizzo delle maestranze attualmente occupate in Ilva e riconversione economica del territorio.