Sarà siglato domani l’accordo tra Comune di Napoli, Regione Campania e Governo italiano sul risanamento ambientale e sulla rigenerazione urbana dell’area di Bagnoli – Coroglio che ha visto la chiusura dell’Italsider all’inizio degli anni ’90 . Un parco, stazioni, due chilometri di spiaggia e un porto a Nisida. Saranno demoliti il Circolo Ilva e gli edifici abusivi a Coroglio. Questo prevede il progetto che porterà alla nascita della “nuova Bagnoli” nel 2024. Una data che a Taranto dovrebbe suonare beffarda: per il 2024, infatti, gli acquirenti dell’Ilva – AM Investco – prevedono di arrivare ad una produzione di 8 milioni di tonnellate con ricavi raddoppiati, che da 2.2 miliardi di euro annui passerebbero a 4.
Insomma, nello stesso periodo storico in cui Bagnoli – ritardi, intoppi e criticità permettendo – dovrebbe ritrovarsi con un volto finalmente umano, i tarantini dovrebbero “gioire”, invece, per l’aumento della produzione del siderurgico. Ritorno al Futuro per qualcuno, ritorno al Passato per altri. Altra coincidenza: mentre domani le istituzioni – il ministro del Mezzogiorno Claudio De Vincenti, il presidente della Regione Vincenzo De Luca e il sindaco Luigi de Magistris – si riuniranno per varare il nuovo corso dell’area di Bagnoli, nello stabilimento Ilva di Taranto ci svolgerà una visita della delegazione Ue della commissione Petizioni per prendere atto di situazioni incancrenite da decenni. Certo, non ci illudiamo che per Bagnoli sarà un percorso tutto in discesa, ma resta il fatto che per la città ionica tale orizzonte di cambiamento non è stato ancora neanche prospettato.
Ma quali sono i dettagli della Bagnoli del futuro? Lo spiega il sito Repubblica.it.
Due chilometri di spiaggia pubblica, 70 mila metri quadrati di acciaieria per iniziative culturali e attività commerciali, 7 chilometri di pista ciclabile, binari dei treni interrati con l’ipotesi di una stazione lato mare. Entro sette anni dovrebbe essere attuato il programma di “risanamento ambientale e rigenerazione urbana” che sarà firmato martedì dal ministro del Mezzogiorno Claudio De Vincenti, dal presidente della Regione Vincenzo De Luca e dal sindaco Luigi de Magistris, dopo una relazione del primo cittadino letta in consiglio comunale. C’è l’albergo fronte spiaggia a Nisida, la demolizione del circolo Ilva, la passeggiata a mare che si allunga fino alla Porta del parco. Dopo 13 incontri tra governo e Comune sulla maggioranza dei temi c’è l’accordo su “cosa realizzare e come attuarlo”. Prosegue invece il confronto, con qualche divergenza da risolvere, su porto di Nisida, viabilità dell’area e tracciati delle linee su ferro. Restano alcune incognite: il sequestro delle aree da parte del tribunale e tutte le risorse finanziarie che serviranno per edificare la nuova Bagnoli, in primis.
SPIAGGIA, ILVA E BORGO COROGLIO – La colmata sarà rimossa, quindi il lungomare sarà affacciato sulla spiaggia a 4 metri di altezza rispetto al livello del mare. Un salto di quota riempito con attrezzature e attività commerciali a ridosso degli ombrelloni. Una spiaggia di due chilometri di lunghezza, larga dai 60 metri ai 120 metri. Non ci sarà più il circolo ex Ilva, anche se dovrebbero essere ospitati nel Parco dello sport i suoi impianti sportivi (tennis, calcetto e pattinaggio). L’archivio ex Ilva invece sarà conservato e usato per “fini commerciali e ricettivi”.
Arretra Città della Scienza, finendo alle spalle dell’attuale capannone, lasciando lungo il percorso fronte mare solo i ruderi dell’antica vetreria. Del borgo di Coroglio saranno conservati e riqualificati solo le strutture “non abusive” dal civico 106 al 116. Dai civici 120 al 154 sarà demolito l’esistente, “solo in piccola parte abitato”. Nell’area ex Eternit nasce il “Miglio azzurro”, uno spazio dove insediare imprese per “lo sviluppo ecosostenibile e l’economia del mare”. Per le tre opere finite dalla BagnoliFutura non si esclude una “modifica dei campi di gioco” del Parco dello sport, una riorganizzazione degli spazi interni alla Porta del parco e la nascita del “centro ricerche e infrastrutture marine avanzate” nel Turtle point. Raddoppia la passeggiata a mare, prolungata fino alla Porta del parco, come voluto dal Comune: un unico passaggio dal quartiere verso il mare. Saranno abbattuti gli altri pontili.
RESIDENZE, ALBERGHI, ARCHEOLOGIA – A fronte di 2 milioni di metri cubi complessivi, saranno 250 mila quelli destinati alle residenze. Costruzioni a “volumetrie basse” in tre aree: tra via Nuova Bagnoli e la parallela interna; lungo il prosieguo di via Cocchia, vicino al parco e panoramiche verso il mare; e infine adiacenti all’area tematica 3. Restano da compiere ancora le “scelte progettuali” sulle aree militari sotto la collina di Nisida. Sono invece tre le zone dove nasceranno gli alberghi: vicino alla Porta del parco, prossime all’acciaieria e fronte spiaggia a Nisida. C’è poi la piazza dell’archeologia che ruota intorno all’altoforno nel parco urbano. Ampliata la cubatura per usi privati nell’ex acciaieria: si prevedono per grandi eventi e iniziative commerciali circa 280 mila metri cubi su 600 mila disponibili, pari a 70 mila metri quadrati.
TRASPORTI E PORTO DI NISIDA – C’è l’intesa su due stazioni per Ferrovie dello Stato e linea 6 del metrò “Nisida” tra via Cattolica e via Coroglio, e “Acciaieria”. Sui tracciati del ferro ci sono ancora quattro alternative, uno ancora da decidere tra Comune e governo che prevede una “stazione interrata Mare passando sotto via Coroglio”. Dal pontile Nord al parcheggio di Città della Scienza sarà tutto pedonalizzato. Ci sono nodi da sciogliere anche sulla viabilità interna tra il quartiere Cavalleggeri e il parco e sulla strada di accesso al porto di Nisida. Tre i nodi di scambio tra il ferro e la gomma, quello vicino all’acciaieria prevede un parcheggio con una parte a copertura fotovoltaica e un’altra con terrazza a verde: le aree di sosta avranno stazioni di ricarica per veicoli elettrici. Entro fine 2017 bisognerà definire il porto di Nisida. In particolare la dimensione: in campo una soluzione di “green port per garantire la balneazione lungo il waterfront e pontili di attracco idonei ad assicurare la circolazione delle acque marine”.
BONIFICHE E CRITICITÀ – La caratterizzazione dei suoli è terminata a giugno, nelle prossime ore saranno consegnati i risultati delle analisi. E poi da inizio 2018 dovrebbero partire le bonifica, il primo step del cronoprogramma. Per poi realizzare entro il 2023 le infrastrutture e completare nel 2024 le nuove costruzioni, l’archeologia e il parco. Si punta alla “integrazione di diverse tecniche” di bonifica: alcune meno invasive per ottenere terreni rigenerati fino al soil washing, compresi test chimici per recuperare i materiali costituenti la colmata. I sedimenti marini contaminati saranno trasferiti al porto e sono in programma interventi anche sugli scarichi idrici a mare. Tre principali “criticità” rilevate nell’intesa: la mancata “conoscenza delle quantità inquinate di colmata e sedimenti marini”; il sequestro delle aree; e le risorse finanziarie da allocare. Ragion per cui, il persistere di uno o tutti i vincoli e criticità potrebbe compromettere o ritardare l’attuazione del piano.
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