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Aria Pulita: raggiunto il traguardo dei 2.000 prodotti certificati

Oltre 2.000 prodotti per il riscaldamento domestico certificati in pochi mesi: le stelle di Aria Pulita a partire dal prossimo autunno guideranno le scelte dei consumatori, che potranno acquistare stufe, inserti e caldaie alimentate a legna e pellet sulla base (tra l’altro) della qualità delle loro prestazioni ambientali.

Presentata a fine 2016, la certificazione Aria Pulita promossa da AIEL Associazione Italiana Energie Agroforestali sta accelerando per arrivare al prossimo autunno con il più alto numero possibile di prodotti certificati. Gli obiettivi sono chiari: rendere trasparente il mercato e tangibile lo sforzo delle aziende costruttrici in termini di innovazione tecnologica, oltre che contribuire a ridurre il problema legato alle emissioni di polveri sottili, che colpisce in particolare le regioni del bacino padano.

Aria Pulita classifica i generatori sulla base delle performance in termini di emissioni e rendimento e assegna un numero di stelle crescente da 2 a 4 man mano che le performance migliorano. Attualmente, il 60% dei prodotti certificati Aria Pulita ha 4 stelle, che garantiscono emissioni di polveri ridotte del 70% rispetto ai modelli più obsoleti.

Oggi in Italia ci sono circa 11 milioni di stufe, inserti-camino e caldaie domestici alimentati a legna e pellet; di questi il 10% con meno di sette anni di età, il 50% installati tra il 2001 e il 2009 e il restante 40% installati prima del 2000. Il parco generatori alimentati con biocombustibili legnosi, insomma, è obsoleto e la prima conseguenza di ciò riguarda la qualità dell’aria: più vecchia è la tecnologia del generatore, maggiori sono le emissioni di polveri. 

La risposta di AIEL, e delle aziende della filiera legno-energia da essa rappresentate, al problema delle emissioni è il turn over tecnologico, cioè la sostituzione di vecchi generatori con tecnologie di moderna concezione. «Sarebbe necessario rottamare 4-5 milioni di generatori a legna nei prossimi dieci anni» spiega Annalisa Paniz di AIEL. «Questo – continua Paniz – creerebbe enormi benefici in termini ambientali per la riduzione dei consumi e delle emissioni legata ad apparecchi più efficienti e meno inquinanti e anche in termini occupazionali, basti pensare alla necessità di figure come progettisti, installatori, manutentori, costruttori, produttori di biocombustibili».

A supporto del turn over tecnologico dei vecchi apparecchi di riscaldamento, così importante per la tutela della salute e della qualità dell’aria, oggi in Italia c’è il Conto Termico, il sistema di incentivi statali a supporto degli interventi per l’incremento dell’efficienza energetica e della produzione di energia termica da fonti rinnovabili. L’Incentivo può arrivare a coprire fino al 65% dell’investimento affrontato da privati, imprese e pubblica amministrazione, e viene erogato attraverso bonifico bancario. Il plafond a disposizione degli interventi incentivabili con il Conto Termico ammonta a 900 milioni di euro e a oggi solo il 4% di queste risorse sono state utilizzate a causa della scarsa conoscenza di questo importante strumento per favorire il rinnovamento tecnologico.

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