Donna nuda data in pasto ai cyberbulli: l’indignazione di Taranto Respira
Pubblichiamo e facciamo nostro un comunicato del Movimento “Taranto Respira ed ecologistica” che ci aiuta a prendere le distanze dalla condivisione morbosa sui Social Network di immagini che avrebbero dovuto essere semplicemente ignorate. Sono altre le cose da riprendere, denunciare o sbeffeggiare. Non certo i nudi di donne consapevoli o meno delle loro azioni. Ma la cosa che più ci sconcerta è che anche alcuni organi di stampa si siano prestati a questo gioco morboso. Ma non sarebbe meglio mettere a nudo i fatti invece di usare corpi nudi al solo scopo di acchiappare click?
Apprendiamo da pubblicazioni su Facebook comparse nel pomeriggio del 11 luglio 2017 di un fatto increscioso avvenuto in città che mette in discussione non solo il decoro urbano ma che pone pesanti interrogativi sul nostro senso civico e di pietà umana.
Nel video divenuto ormai virale è ritratta una donna completamente svestita intenta a lavarsi con il getto di una pompa, probabilmente utilizzata per la pulizia della strada o l’irrigazione del verde pubblico, in via d’Aquino. Il tutto esposto ai commenti più beceri, anche di natura sessista e razzista
Non sono note le generalità della donna, da fonti non accertate indicata con il nome di Ester (da commenti facebook) e sempre secondo fonti non certe affetta da tossicodipendenza e disturbi mentali, già nota ai servizi sociali.
Restano da accertare dunque le generalità della signora e la sua presunta capacità di intendere e di volere, ma ancora prima gli autori del video (che hanno esposto al pubblico ludibrio la signora, al di là della sua condizione o meno) e i nomi di colori i quali hanno fornito gli strumenti (pompa dell’acqua) per questo spettacolo denigrante e offensivo per la vita umana e indecoroso per la città stessa. Dal video si percepisce chiaramente solo il nome di uno degli autori dello spettacolo vergognoso, tale “Aldo”, richiamato a gran voce dal suo compagno di scherno per paura di essere scoperti.
Come cittadini, donne, uomini, genitori, studenti, lavoratori ci colpisce come dei nostri concittadini, per lo più nell’esercizio del loro lavoro si siano prestati ad un atto così offensivo e di cattivo gusto, gettandolo tra l’altro in pasto ai cyberbulli di ogni età e genere. Ancora più grave sarebbe se, vittima e protagonista dell’episodio fosse una donna non pienamente capace di intendere e di volere e già tanto tormentata dalla vita. Chiediamo, pertanto, che sia fatta luce sull’accaduto al fine di punire in via esemplare i colpevoli e magari contribuire alla tutela della persona schernita e offesa.