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“Vogliamo respirare”: Massafra e Taranto unite nella protesta contro i veleni

TARANTO – Erano circa un migliaio i cittadini di Massafra scesi in strada questo pomeriggio per protestare contro il via libera al raddoppio del termovalorizzatore e contro il rischio di dover ospitare sul proprio territorio altri inceneritori. Com’è noto una recente sentenza del Consiglio di Stato ha reso valida l’approvazione espressa nel 2012 dalla Provincia. Una questione chiusa quindi? Per il sindaco di Massafra, Fabrizio Quarto, ci sono ancora margini di speranza anche se il percorso risulta piuttosto accidentato.

«A volte ci sono delle scelte provenienti dal passato che riverberano i loro effetti nel futuro in maniera quasi incontrovertibile – ha dichiarato il primo cittadino di Massafra – Speriamo che in questo caso non sia così, ma occorre che anche le altre istituzioni abbiano il nostro approccio. Noi abbiamo inoltrato delle puntualizzazioni alla Regione Puglia. Sappiamo che vi è una certa sensibilità da parte di alcuni consiglieri regionali legati a questo territorio. Ci auguriamo che tutto ciò si traduca in un’azione amministrativa coordinata».

Oltre 60 le sigle (comitati, associazioni, sindacati) che hanno dato formalmente la loro adesione alla manifestazione. Tra i presenti i sindaci di Mottola e Palagiano, un delegato del Comune di Statte, i consigliere regionali Cosimo Borracino, Michele Mazzarano, Marco Galante, e l’europarlamentare Rosa D’Amato (M5S).

«Le autorizzazioni date nel 2012 al raddoppio dell’inceneritore di Massafra vanno riviste – ha detto la D’Amato – le leggi sono cambiate e stando alle nuove norme, casi come quello dell’impianto dell’Appia Energy richiedono la revisione delle autorizzazioni. Per questo, abbiamo scritto a Regione, Provincia e Comune perché facciano rispettare la legge e tutelino l’ambiente e il sacrosanto diritto alla salute dei cittadini (leggi qui). E’ vero che il Consiglio di Stato si è già pronunciato su una questione specifica, ma ciò non esclude la riapertura dell’Aia. Ora attendiamo le risposte degli altri interlocutori. Alternative non ce ne sono».

Per la D’Amato “i rifiuti non devono più finire in discariche e inceneritori. Bisogna cominciare a programmare un futuro diverso improntato sull’economia circolare, anche se c’è da combattere poteri fortissimi, a cominciare da Confindustria. Bisogna parlare di raccolta differenziata spinta “porta a porta”, tariffa puntuale, educazione sul territorio, riciclo per cambiare completamente mentalità”. 

Dello stesso avviso Vincenzo Fornaro, candidato sindaco di Taranto Respira nelle recenti elezioni comunali che hanno interessato il capoluogo ionico.

«E’ importante per noi di Taranto essere presenti anche qui per fare rete e unire le forze in battaglie comuni su territori che sono stati violentati e che continuano ad esserlo. Quello dei rifiuti è un modello vecchio che va completamento rivoluzionato. Non si può andare avanti con la logica degli inceneritori».

Inevitabile toccare con Fornaro anche l’argomento Ilva, che proprio oggi ha riservato una novità accolta con entusiasmo dagli ambientalisti ionici: la Corte d’Assise di Taranto ha rigettato l’istanza di patteggiamento presentata da Ilva in amministrazione straordinaria e Riva Forni Elettrici.

«Una volta di più si conferma il fallimento della linea governativa – ha commentato l’allevatore sceso in politica e strenuo avversario dell’Ilva anche nel processo “Ambiente Svenduto” – è da cinque anni che il Governo persegue una linea fallimentare che sta facendo perdere solamente tempo e soldi alla cittadinanza, senza cambiare lo stato delle cose. E anche se l’Ilva farà ricorso in Cassazione, mi aspetto una nuova sconfitta per lei e una vittoria per la città di Taranto». 

Il corteo si è mosso intorno alle 19 dall’ex ospedale. Ha attraversato corso Roma per poi raggiungere piazza Vittorio Emanuele, dove è intervenuto Rossano Ercolini, premio Goldman Price nel 2013, ritenuto punto di riferimento della strategia ‘Rifiuti Zerò.

E se un migliaio di persone si è dimostrato combattivo e determinato nel pretendere il rispetto della salute e dell’ambiente, la gran parte della cittadinanza locale è apparsa lontana e distratta. Come spesso abbiamo osservato a Taranto, altra città che avrebbe dovuto ribellarsi con maggiore intensità, compattezza e lungimiranza. Ma il buon senso – si sa – non è patrimonio di tutti.

Alessandra Congedo

Direttore responsabile - Laureata in Scienze della Comunicazione all'Università del Salento con una tesi di laurea dal titolo “Effetti della comunicazione deterministica nella dicotomia industria/ambiente”, incentrata sulla questione ambientale tarantina. Ha collaborato con il TarantOggi, Voce del Popolo, Nota Bene, Radio Cittadella (SegnoUrbano On Air), Corriere del Mezzogiorno, Manifesto. Ha curato l’ufficio stampa del WWF Taranto per il progetto “Ecomuseo del mar Piccolo”. Il 21 novembre 2013 è stata premiata nella categoria “Giornalismo” nell’ambito della Rassegna Azzurro Salentino. Ha partecipato a "Fumo negli occhi", documentario sull'Ilva e sull'inchiesta "Ambiente Svenduto".

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Alessandra Congedo

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