“E’ con soddisfazione che apprendiamo dell’impegno da parte del direttore generale della Asl di Taranto di revocare i provvedimenti di licenziamento dei precari che avevano fatto ricorso contro l’azienda per tutelare i propri diritti. Adesso, pero’, ci attendiamo che la Asl passi dalle parole ai fatti. Non vorremmo che passata la tornata elettorale, ci siano nuovi ostacoli verso la chiusura di questa triste vicenda”. Lo dichiarano in una nota congiunta Eleonora Evi e Rosa D’Amato, europarlamentari del MoVimento 5 Stelle.
I precari licenziati erano stati al Parlamento europeo a Bruxelles il 22 marzo scorso per presentare una petizione sul loro caso. E il M5S aveva protestato duramente dopo la decisione del Direttore Generale della Als jonica di licenziare i precari per il timore di doverne rispondere personalmente davanti alla Corte dei conti per danno erariale. Avevamo condannato tale decisione ritenendola ritorsiva e paradossale nei confronti di quei lavoratori riconosciuti dal Giudice del Lavoro vittime di illegittima precarizzazione.
E la battaglia ha pagato: se l’impgno sarà confermato, per i precari si aprirebbe la strada di una sacrosanta stabilizzazione. Detto questo, resta anche un problema generale delle norme italiane, che non tutelano adeguatamente i lavoratori dall’uso abusivo dei contratti a termine nel settore pubblico.Non contemplandosi la conversione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato ma solo un misero risarcimento al momento del riconoscimento del danno subito dai precari in sede giudiziaria, per i lavoratori in cerca di giustizia e tutela dei propri diritti si genera una situazione grottesca e peggiorativa perché di fatto il quadro normativo italiano, così composto, risulta viziato da follia giuridica.
I colpevoli in massima misura di tutto ciò vanno considerati i governi italiani che si sono succeduti per aver bloccato le assunzioni e il turnover ed aver consentito la reiterazione senza fine dei contratti a termine, nella perdurante assenza di quella sanzione effettiva, proporzionata ed equivalente, in caso di uso abusivo dei predetti contratti nei confronti dei lavoratori.
In tale condizione, resta vivo il rischio di emulazione in casi simili da parte di altre Pubbliche amministrazioni anche per il futuro, seppure l’intero impianto normativo italiano in materia sia al vaglio della Corte di Giustizia Europea che si pronuncerà entro fine anno.
“Non indietreggeremo di un millimetro finché la disciplina nazionale in materia di lavoro non garantisca universalmente quelle tutele che coerentemente al dettato comunitario dovrebbero trovate immediata applicazione”, proseguono Evi e D’Amato.
“Confermiamo, pertanto, il nostro impegno a tutela dei diritti dei lavoratori italiani, vessati da precarietà e ingiustizie, proseguendo la battaglia nelle aule del Parlamento europeo con precise richieste ed azioni, sfidando tutti gli altri partiti politici ad assumersi le loro responsabilità. Si deve giungere tempestivamente alla risoluzione dell’ennesima anomalia tutta italiana”, concludono le due eurodeputate M5S.
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