Il salvataggio di una tartaruga attraverso gli occhi di un bambino
Il papà racconta al figlioletto: “Questa tartaruga ha mangiato un amo, è quasi morta perché è da tanto tempo che non beve l’acqua. Non apre neanche la bocca. La dobbiamo portare da Andrea”.
“Eh, infatti”, risponde il bambino.
Il piccolo Matteo ha soli 7 anni. Sta vivendo uno di quei momenti della vita che rimangono impressi nella memoria per sempre. Uno di quegli episodi che segnano tanto da farti diventare quel tipo di persona che, senza determinate esperienze e la famiglia giusta accanto, probabilmente non diventeresti.
E la manina tremolante di Matteo riprende tutto. Lui, non sa bene cosa si debba fare per girare un video, il suo ditino copre buona parte della scena. Ma lui ci prova lo stesso. Vuole fare un video al suo papà perché è appena accaduto qualcosa di sensazionale.
E’ pieno inverno. Matteo ha la tosse. La mamma lo imbacucca e il papà lo porta a passeggiare a mare, a Torre Guaceto, la Riserva a due passi da casa per loro che vivono a Serranova, chissà che un po’ di aria sana non lo aiuti a guarire presto.
C’è appena stata una mareggiata. Matteo e il suo papà stanno per tornare a casa, quando notano qualcosa sul bagnasciuga. Il papà capisce subito che si tratta di una tartaruga marina spiaggiata a causa del mare mosso. Già guardandola da lontano, crede sia morta, ma la speranza che non sia ancora troppo tardi lo spinge ad intervenire. Ma come raccontare tutto al piccolo Matteo? La vista di un animale morto potrebbe traumatizzarlo.
Il papà è bravissimo. Tono della voce rassicurante, dolce, spiega al suo bambino cosa è successo a quel povero animale, gli racconta cosa bisogna fare per salvarlo. Tra un controllo e l’altro finge di essere stato morso dalla Caretta caretta per smorsare la tensione e Matteo ride, filma il suo papà e si preoccupa per la tartaruga.
“Dobbiamo portarla da Andrea” dicono l’ometto e il suo attore.
Andrea è l’uomo alto e sorridente che tutti conoscono a Serranova, probabilmente Matteo lo vede come un eroe, lui è la balia delle tartarughe del Centro Recupero Tartarughe Marine “Luigi Cantoro” della Riserva di Torre Guaceto. Se c’è qualcuno che può salvare quella povera tartaruga è proprio Andrea.
Così la Caretta caretta arriva al Centro e la sua vita è fatta salva. Ma, approdata nel luogo sicuro, non può diventare una delle tante tartarughe recuperate, deve mantenere qualcosa del suo salvatore, così si decide di battezzarla con il cognome del piccolo Matteo: Stella!
Il tempo passa e finalmente arriva il momento adatto per la liberazione in mare della tartarughina. Matteo e la sua famiglia corrono in spiaggia per assistere all’evento. Il responsabile del Centro Recupero, Giacomo ed Andrea decidono che questa bella storia debba chiudersi nel migliore dei modi, a liberare Stella ci deve pensare proprio Matteo.
Il bambino è entusiasta, la mamma fa il reportage dell’evento. Matteo imita le espressioni di Stella, la sua piccola Stella. Tutto è pronto. Matteo ha in mano la sua tartarughina e altri due bambini le “amiche” di Stella pronte a tornare in mare. Ed ecco che si compie l’incantesimo. Due Caretta caretta prendono il largo, ma Stella no. Esita qualche secondo in più rispetto alle altre.
“Tommaso, Stella non se ne vuole andare”, gli dice la mamma.
“Voglio andare”, gli risponde lui, già pronto a tuffarsi in acqua per riprendere la sua tartaruga.
“No, no, Tommaso, guardala da lontano, non la spaventare” gli raccomanda la mamma.
E Stella torna alla sua casa, il mare. Libera e sana, grazie a Matteo e alla sua splendida famiglia. Questa è una storia fatta di speranza per un futuro migliore per il nostro mare ed i suoi abitanti, speranza che gli adulti del futuro siano migliori di quelli di oggi. E’ per questo motivo che dedichiamo al piccolo Matteo l’attività portata avanti a Torre Guaceto nell’ambito della campagna #GenerAzioneMare del WWF Italia.