“L’offerta di Acciaitalia è l’unica che, sulla base degli elementi oggettivi e non discutibili, può essere oggetto di aggiudicazione”. Lo scrivono i rappresentanti di Jindal e Delfin (la holding di Leonardo Del Vecchio, patron di Luxottica) presenti nel cda di Acciaitalia in una nuova lettera inviata al ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, ai commissari straordinari dell’Ilva e, per conoscenza, al premier Paolo Gentiloni e alla Commissione Ue. Come riporta Milano Finanza sul sito, il testo mette in evidenza “il rischio Antitrust incombente” sulla cordata avversaria Am Investco Italy. Acciaitalia chiede anche di avere un parere dell’Avvocatura dello Stato su tali problematiche. Con la missiva si invita, pertanto, il ministro Calenda “ad aggiudicare” l’Ilva ad Acciaitalia.
Oggi intanto potrebbe arrivare il decreto del ministero dello Sviluppo Economico, che dovrebbe assegnare l’Ilva alla cordata Am Investco Italy, formata da Arcelor Mittal e dal gruppo Marcegaglia. Le comunicazioni ufficiali dovrebbero essere formalmente spedite il 16 giugno agli organismi comunitari. Ma c’è sempre un problema che incombe: fonti di Bruxelles rivelano che, se approvata, la proposta considerata vincente potrebbe incorrere in complicazioni antitrust. In altre parole, la futura Ilva di proprietà di Arcelor Mittal e Marcegaglia non potrebbe produrre più di 6 milioni di tonnellate di acciaio l’anno, ovvero circa la metà delle 12 tonnellate potenzialmente alla portata del gruppo e molto meno rispetto ai 9,5 milioni di tonnellate promessi nell’offerta della cordata Am Investco Italy.
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