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Ilva, Calenda a Jindal: le regole della gara non si cambiano in corsa

La nuova offerta Jindal-Del Vecchio per Ilva sembra destinata a non produrre effetti: il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, con una nota spiega infatti che “le procedure di gara che, come si fa’ in un paese serio, non si cambiano in corsa o peggio ex post” e fonti vicine al dossier sostengono che la nuova proposta “non è conforme alla procedura”. Proprio oggi infatti, dopo il parere negativo di ieri dell’Avvocatura dello Stato a un possibile rilancio sul prezzo d’offerta, Sajjan Jindal ha presentato una nuova “offerta irrevocabile” inviata sempre da Acciaitalia allo stesso ministro Calenda e ai Commissari dell’Ilva.

L’offerta prevede un incremento del prezzo portato a 1,850 miliardi (i concorrenti di Am Investco hanno offerto 1,8 miliardi) e livelli occupazionali fin da subito a 9.800 assunzioni dei quali 2.000 impegnati nella realizzazione degli investimenti ambientali e industriali (l’offerta Am Investo parla di 9.400 assunzioni subito che poi scendono a 8.480 nel 2024 mentre per Acciaitalia si arriverebbe a 10.812 nel 2024). Nel frattempo i sindacati hanno scritto al premier Paolo Gentiloni per ottenere un incontro. Il nuovo rilancio di Acciaitalia prevede quasi 5 miliardi di investimenti totali ed è stato deciso durante il Cda della cordata tenutosi ieri sera dopo il “niet” dell’Avvocatura.

I quattro soci (Cdp, Arvedi, Jindal South West e Delfin) si sono trovati su posizioni differenti, da un lato Arvedi e Cdp non più intenzionati a proseguire nella gara, mentre Sajjan Jindal e Leonardo Del Vecchio si sono trovati ancora determinati a rilanciare e andare avanti. Al termine della riunione JSW e Delfin si sono impegnati a rilevare pariteticamente le quote degli altri soci (27,5% di Cdp e 10% di Arvedi) detenute in Acciaitalia e a sostenere da soli gli impegni dell’offerta. Il nuovo piano, spiegavano dalla cordata “è un piano di sviluppo delle acciaierie Ilva con il fermo e impegnativo obiettivo di riportare al più presto la produzione dell’area a caldo ai suoi valori storici di circa 10 milioni di tonnellate”.

Il raggiungimento dei 10 milioni di tonnellate l’anno di produzione sarebbe realizzabile, secondo il nuovo piano di Acciaitalia, “con l’impiego di tecnologie innovative, non ancora attuate in Europa, atte a determinare una sensibile riduzione degli impatti ambientali”. Secondo i tempi della procedura, in ogni caso, lunedì dovrebbero arrivare il decreto di ‘aggiudicazione’ del gruppo.(ANSA)

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