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Ilva, Bentivogli (Fim Cisl) dopo vertice: migliaia di esuberi, non ci siamo

I sindacati considerano “inaccettabili” 5-6000 esuberi per Ilva: lo hanno detto al termine dell’incontro al Ministero dello Sviluppo tra ministro Calenda, sindacati e commissari per la presentazione dei piani. Riceviamo e pubblichiamo il commento del segretario generale della Fim Cisl Marco Bentivogli.

Si è appena concluso il confronto tra il Ministro Carlo Calenda e il viceministro Teresa Bellanova,  i commissari Ilva Gnudi, Carrubba, Laghi e  Fim, Fiom  e Uilm nazionali  e territoriali sulle due proposte d’offerta presentate per l’acquisto del Gruppo siderurgico Ilva, rispettivamente: AminvestCo. (ArcelorMittal, Marcegaglia e Intesa san Paolo) e AcciaItalia (Jindal, CdP, Arvedi e Delfin).

In apertura dell’incontro il ministro Carlo Calenda ha smentito l’avvenuta aggiudicazione della gara ma che è giunta a completamento la fase di analisi delle due offerte con il parere dei commissari in favore di AminvestCo. Sono state illustrate dal commissario Laghi le linee guida alla base del rilancio produttivo per l’Ilva con un confronto tra le due offerte e l’orientamento verso la cordata con capofila ArcelorMittal. Quest’ultima ha rappresentato i seguenti obiettivi:  oggi la produzione  è a 5.7 mt, l’obiettivo è riportarla entro il 2024 a 8 mt con il mantenimento del ciclo produttivo in atto  sostenendo la produzione  anche con l’utilizzo di semilavorati  (bramme) a Genova e Taranto.
La ripresa produttiva  secondo il piano sarà sostenuta ripristinando l’area a caldo di Taranto, delle cokerie e dell’agglomerato e degli altiforni  1, 2, 4 fino al completamento del piano ambientale  e  la successiva riattivazione  di Afo5. Secondo il commissario  questo permetterebbe una crescita delle  spedizioni da 5,6 mt  odierne alle 9,5 al 2024. Prevista l’estensione del portafoglio prodotti che  su entrambe  le offerte  punta su: settore dell’automotive, costruzione, mezzi pesanti e packaging.Nel confronto tra i due piani Am investCo. e AcciaItalia  emerge un costo medio annuo del personale che per  Am InvestCo  è di  52 k euro, mentre Piano AcciaiItalia è di 43K euro. Prevedono nel  2018 un impegno di  9407 lavoratori  e 7.812 per la seconda e una proiezione al 2024 con 10812 per AcciaItalia e Am 8480  anche se quest’ultima ha premesso al Ministro che con costo medio complessivo stabile  è  disponibile ad aumentare il numero di personale al 2024. Gli esuberi a partire dal 2018 sono 4800 per ArcelorMittal e 6400 per Jindal. Su 14.200 dipendenti attuali.
Gli investimenti previsti sia sul fronte tecnico che ambientale sono invece pari a 1256 mln euro tecnici e 1137 mln su Ambiente per un totale di 2393 mln. Previsti investimenti anche sulle aree produttive di Taranto, su Genova e Novi, tra gli interventi più rilevati sul piano ambientale c’è quello della copertura dei parchi minerari  301 mld, da completarsi entro il 2023 e 196 mld per interventi sulle  cokerie, mentre 179 sul piano acque e 129 per chiusura nastri ed edifici.
Am ha proposto anche una serie di tecnologie innovative per ulteriori riduzione impatto ambientale. Sul Piano AM inseriti anche investimenti su R&S a beneficio del territorio di Taranto, Am si è resa disponibile ad estendere la validità dell’offerta vincolante fino al 31 marzo 2018, confermando impegni sul piano occupazionale. Calenda ha dichiarato che su questione antitrust sollevata ha chiesto una liberatoria da eventuali contenziosi, soprattutto dopo aver ricevuto il warning dalla Commissione.
Con l’accordo transattivo intervenuto con la famiglia Riva ci sarà un sostegno sociale per le famiglie disagiate per un impegno di 10 mld per il triennio 2017-2019.
La situazione occupazionale secondo i dati proposti su entrambe le offerte sono comunque preoccupanti:
Su tubifici lavorano 850 persone e ad oggi su entrambi i piani non c’è nulla; ci sono poi una serie di questioni non di dettagli su cosa si fa nell’acciaieria, l’orientamento attuale sulla proposta Am prevede bramme già fatte. Am sposta fuori una parte della ricchezza.
Per questo oggi non possiamo ragionare per capire le ricadute occupazionali. Altrimenti ci confrontiamo su aspetti occupazionali, su entrambi i piani,  su cui non  abbiamo tutti i dettagli. Servono dettagli maggiori altrimenti, obiettivi produttivi, ambientali e occupazionali rischiano di essere non consistenti.
Il conto presentato sull’occupazione è inaccettabile, sono passati molti mesi, bisogna immediatamente far capire a chi intende comprare che l’occupazione va salvaguardata. Il Ministro ha concluso la riunione aggiornandola a giovedì 1 giugno per proseguire il confronto sul piano e ha ribadito che solo dopo l’aggiudicazione il confronto con il sindacato diventerà vincolante.
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