Il ministero dello Sviluppo Economico ha convocato per il 30 maggio un incontro tra le organizzazioni sindacali e il ministro Calenda per comunicare lo stato di avanzamento della procedura relativa alla cessione di Ilva.
“In attesa dell’ufficialità dell’aggiudicazione di Ilva – scrivono le Rsu Fiom Cgil – l’antitrust pare sia intervenuta anticipatamente ponendo una particolare attenzione su una delle due cordate precisando che ci sarebbe una posizione dominante, con l’acquisizione dello stabilimento siderurgico tarantino, di Arcelor-Mittal nel mercato dell’acciaio.
Troppi sono stati i rinvii e soprattutto poca è stata la trasparenza della gestione commissariale nella fase di vendita di un settore, quello della siderurgia, più volte ritenuto strategico dai vari governi che si sono susseguiti fino al punto di intervenire con 10 decreti d’urgenza.
Un bando, quello della vendita di Ilva, “blindato”, tanto da non dare la possibilità alle organizzioni sindacali di confrontarsi, nei tempi giusti, ovvero prima della conclusione dell’iter di vendita, sui piani industriali, ambientali e occupazionali, non consentendo pertanto una condivisione degli obiettivi che per la Fiom sono:
– il rilancio industriale con interventi strutturali di innovazione tecnologica;
– la piena occupazione;
– un serio piano di risanamento ambientale;
– la valutazione del danno sanitario riferita ai nuovi piani ambientali al fine di garantire la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini e dei lavoratori.
Il governo deve avere chiaro che tale situazione non può avere ulteriori ricadute occupazionali e ambientali su Taranto e la Fiom non accetterà nessun ridimensionamento produttivo né ulteriori rinvii sull’attuazione dei piani ambientali.
La convocazione al Mise per la Fiom non può e non deve essere un incontro dove si comunicano le decisioni alle organizzazioni sindacali, ma un primo momento di confronto necessario a rendere finalmente pubblico e trasparente il lavoro fatto in questi mesi dai commissari. Il rilancio della siderurgia italiana, insieme alla scommessa ambientale e sanitaria, passa dalla capacità di coinvolgimento della città di Taranto sulle future scelte del governo”.
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