“La riconversione del modello di sviluppo a Taranto non è una possibilità, è un obbligo. I tarantini non vogliono più ammalarsi e morire a causa dei veleni delle industrie. Chiedono sviluppo, benessere sociale ed economico; valorizzazione delle vere vocazioni territoriali: mare, cultura, turismo, enogastronomia, agricoltura. Chiedono trasporti efficienti per essere collegati con il mondo”. E’ quanto si legge in una nota stampa del candidato sindaco Luigi Romandini che riportiamo di seguito.
Ai partiti ed ai movimenti politici nazionali, questo non importa. Taranto è solo una pedina da spremere e mettere in attesa… della prossima tornata elettorale. Non c’è differenza tra i ministri che sostengono imprenditori prestati alla politica e chi studia da presidente del consiglio dei ministri. Entrambi utilizzano i problemi di Taranto per rastrellare consensi.
Il cittadino Di Maio lo ha detto chiaramente: prima fateci governare, poi la questione Ilva. Di “stellare” in questi concetti non c’è nulla. Anzi, sono irritanti e offensivi nei confronti dei tarantini ai quali si continua a chiedere deleghe in bianco. Nessuno dice che il manovratore di quel movimento, sull’Ilva ha sempre assunto posizione ambigue. Forse perchè è genovese e in quella città si sono liberati dell’area a caldo e del suo carico inquinante, scaricando tutto su Taranto? Parliamo dello stesso movimento che lo scorso anno al Parlamento europeo chiedeva di introdurre dazi per difendere le industrie italiane, compreso l’Ilva.
Taranto deve difendersi da sola, non crede più ai salvatori della Patria. E’ finito il tempo di uomini e/o donne forti al potere. Basta con i maquillage elettorali, le minestre riscaldate, l’ecologismo che si allea con gli avversari di ieri nella speranza di raccattare qualche volto in più. Bandiere e slogan non servono.
Il prossimo sindaco di Taranto deve mettersi subito al lavoro per recuperare il disastro di chi ha governato per dieci anni e ora indossa la maschera dell’uomo nuovo. Un disastro che pesa anche su chi era in minoranza e non ha nemmeno il coraggio di candidarsi con il proprio simbolo. Siamo al paradosso: chi ha governato, si ripresenta come il nuovo che avanza; l’opposizione si camuffa per non farsi riconoscere e in certi casi si allea con chi ha combattuto. Poi ci sono gli stellati che a Taranto sono così divisi da fare invidia a Renzi e Co.
I tarantini non meritano questo teatrino. Occorrono un sindaco ed una squadra di persone libere dai veti di partito, dai poteri economici, dalle forze occulte che hanno rimesso in moto la macchina del fango nei miei confronti. E’ evidente che stiamo dando fastidio, molto fastidio. I nostri consensi sono in crescita, la gente ci incoraggia ad andare avanti, senza timore. Non mi spaventano gli attacchi personali che sto subendo dai soliti burattini e burattinai. Gli stalker di provincia saranno sistemati come meritano nelle aule del Tribunale, come già accaduto in passato.
Siamo persone coraggiose, preparate e competenti. Professionisti, operai, giovani, donne, che vogliono davvero cambiare Taranto. Conosco la macchina amministrativa e so come farla marciare a pieno regime, nonostante le gravi carenze di personale del Comune di Taranto. Questa è la mia proposta, la proposta di Luigi Romandini sindaco e delle tre liste che mi sostengono.
Leggi l’articolo sulla visita di Di Maio: https://www.inchiostroverde.it/61883-2/
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